LAMEZIA TERME Il cammino dell’Ncd calabrese è sempre più incerto. Manca circa un mese e mezzo alle elezioni, ma il partito di Angelino Alfano e Tonino Gentile è ancora in mezzo al guado delle alleanze. Tutte le ipotesi sono sul piatto, anche se nessuna finora ha avuto la ratifica finale. Anzi: più passa il tempo più si raffreddano i rapporti con gli altri partner del centrodestra, Forza Italia su tutti. Gli alfaniani non vogliono accordi a macchia di leopardo: le alleanze dovranno essere le stesse su tutto il territorio nazionale, altrimenti il patto salta. Una pregiudiziale che riguarda da vicino l’Emilia Romagna, dove la Lega ha imposto alla coalizione che si presenterà alle regionali l’allontanamento di Ncd. «Ed è chiaro che, a queste condizioni, sarebbe impossibile realizzare un’intesa con Forza Italia in Calabria», avrebbe confidato Gentile ai suoi più stretti collaboratori.
Stessa linea politica sia in Emilia sia in Calabria, dunque. Con un’aggiunta: l’accordo tra Fi e Ncd si potrà fare solo se la tanto proclamata “discontinuità” con il “modello Scopelliti” si realizzerà davvero. Non è un mistero che Gentile stia facendo pressioni affinché il coordinamento sulle candidature voluto da Berlusconi firmi l’accordo che prevede la non ricandidabilità nelle liste civiche dei consiglieri regionali uscenti. Una mossa che manderebbe a carte quarantotto i progetti dell’ex governatore, che sta lavorando dietro le quinte per allestire la lista “Calabria futura”, composta da personalità della società civile ma anche dai ex consiglieri come Fausto Orsomarso e Nazzareno Salerno (che si sono autosospesi da Ncd).
Gentile sa che un simile quadro potrebbe ridimensionare, e non poco, le ambizioni del suo partito. Ecco perché non sembra disposto a fare passi indietro sul punto, anche a costo di dire addio alla coalizione che ha governato la Regione negli ultimi cinque anni. Il coordinatore alfaniano, dopo aver sostenuto per mesi la necessità delle primarie per la scelta del candidato governatore, ha già dovuto masticare amaro per la “nomina” dell’ex aennina Wanda Ferro. Ma sembra l’ultima concessione: al prossimo strappo Ncd potrebbe organizzare la sua marcia solitaria verso le elezioni del 23 novembre. È uno scenario possibile, reso ancor concreto dai rapporti tesissimi tra lo stesso Gentile e la coordinatrice azzurra Jole Santelli, accusata di inciuciare con gli scopelliti’s a tutto svantaggio degli alfaniani.
Se frattura sarà, non è escluso che la “pallottola impazzita” Ncd tenti nuove interlocuzioni con il Pd di Mario Oliverio, forte dell’esempio del governo Renzi, di cui il Nuovo centrodestra è una costola fondamentale. Ma l’interesse potrebbe essere unilaterale, visto che l’ex presidente della Provincia di Cosenza pare intenzionato a mantenere invariato il perimetro della coalizione del centrosinistra. Stesso ragionamento, anche se dal fronte opposto, da parte del vicepresidente del consiglio regionale, l’azzurro Alessandro Nicolò: «Sarebbe incomprensibile ciò che numerosi analisti politici sostengono quotidianamente sui mezzi di informazione secondo cui Udc e Ncd starebbero per passare, armi e bagagli, sotto il vessillo della sinistra in Calabria, di cui sono avversari. Come si farebbe a stare insieme con chi finora ha sviluppato una forte contrapposizione politica?».
Domina, insomma, la confusione, nelle ore decisive per le scelte finali. E i tasselli non sono ancora al loro posto.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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