CATANZARO Lo spettro dell’emergenza rifiuti starebbe nuovamente materializzando con l’annesso corollario delle nostre città invase dell’immondizia. E con l’aggravante che circa duemila lavoratori delle società impegnate nella gestione dei rifiuti resterebbero senza salario. È l’allarme – ennesimo – che Unindustria lancia, puntando il dito sulla politica regionale. «Il consiglio regionale – si legge in un documento redatto dai presidenti delle cinque associazioni degli industriali calabresi, Cuzzocrea, Gentile, Lucente, Mazzuca e Rossi oltre al leader regionale Speziali – non poteva chiudere in maniera peggiore la legislatura. Facendo venire meno il numero legale al momento della discussione e del voto relativo alla problematica inerente il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti ha confermato indifferenza e scarsa attenzione verso i problemi reali preferendo imboccare la direzione della deresponsabilizzazione e del rinvio». Secondo quanto sostengono i rappresentanti delle aziende coinvolte nel ciclo dei rifiuti, le imprese saranno costrette a fermarsi «perché a fronte dei tanti crediti vantati e per i quali non si intravvedono tempi certi nella liquidazione, abbiamo assunto altrettanti impegni nei confronti dei nostri lavoratori, dei fornitori e del sistema bancario che si dice impossibilitato a sostenerci oltre gli attuali limiti delle esposizioni raggiunte da tute le nostre imprese». Anche perché gli imprenditori annunciano che «basterà che una sola delle aziende interessate attivamente nella filiera si fermi, per rendere vano il lavoro di tutti ed i tanti sforzi compiuti dalle imprese, dalle amministrazioni più illuminate e dai cittadini in direzione del recupero virtuoso dei rifiuti che ha consentito, in poco tempo, di passare dalla media del 15% riscontrabile nel 2011, ad oltre il 50% della fase attuale». Per questo, secondo i leader degli industriali riuniti a Cosenza sotto la sigla Unindustria, «quello che serve è porre immediato rimedio a questa situazione davvero poco comprensibile che lascia presagire una emergenza dalle proporzioni drammatiche, considerate le quantità ed i fin troppo facilmente immaginabili effetti ambientali, sanitari e salutistici sulle popolazioni dell’intero territorio». «Quello che non è tollerabile – hanno continuato i vertici di Confindustria – è dover continuare a registrare mancati pagamenti per lavori e servizi regolarmente resi in maniera eccellente da parte delle imprese. È così che si generano le continue emergenze che mandano in crisi le aziende, conducono a livelli di disoccupazione che si pongono oltre ogni soglia di civile ragionevolezza, costringono la Calabria ad oscillare tra mancato sviluppo e occasioni perdute». Da qui l’appello rivolto all’esecutivo regionale ancora in carica «di individuare in maniera responsabile ed in tempo reale una possibile soluzione che consenta di superare questa difficile e pesante situazione congiunturale».
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