di Antonio Ricchio
L’offensiva è partita e Wanda Ferro non intende mollare di un centimetro: «A Mario Oliverio, che stimo sinceramente, chiedo di raccogliere questa sfida, di non candidare nelle liste che lo sosterranno i transfughi del centrodestra. Dobbiamo porre un argine a questa transumanza poco edificante». C’è un duplice obiettivo nel ragionamento della candidata di Forza Italia alla presidenza della giunta regionale. Da un lato la reale volontà di inaugurare un nuovo corso nel centrodestra dopo la deludente legislatura targata Scopelliti, dall’altro l’esigenza di trovare una sponda nel campo avverso per sbarrare la strada a chi, proveniendo da destra, è alla ricerca di un posto sul treno del centrosinistra. Wanda sa di potere trovare in Mario un interlocutore attento. D’altronde, entrambi hanno in comune un percorso amministrativo che non è mai stato frenato da alcun intoppo giudiziario e un modo di intendere la gestione della cosa pubblica lontano dal “modello Reggio”.
La vera partita, per entrambi, si gioca sulla composizione delle liste. Sapranno, Ferro e Oliverio, tenere fuori dalla competizione coloro che in queste ore sgomitano, ammiccano, minacciano per non rimanere fuori dalla porta? La candidata di Forza Italia è pronta a metterci la faccia, a giurare che le sue liste saranno a prova di codice etico: «L’ho detto chiaramente in ogni occasione e non mi stancherò mai di ripeterlo: i voti della ’ndrangheta e dei collusi non li voglio. Con me, personaggi del genere, troveranno sempre le porte sbarrate. Sono altrettanto convinta che con Oliverio sarà lo stesso. Dunque, al di là del risultato finale, abbiamo la possibilità di giocare una bella partita per fare pulizia e rifondare la Calabria».
Politicamente, nel centrodestra, il quadro è sempre lo stesso. Da lunedì ogni giorno sarà quello giusto per capire cosa faranno Nuovo centrodestra e Udc. I centristi dello Scudocrociato – per domani è in programma il comitato regionale del partito – sono sempre meno convinti dell’opportunità di tornare alle urne con lo stesso schieramento che nel 2010 si rivelò vincente. Per questo motivo potrebbero chiedere a Cesa di forzare la mano a Roma e avviare un’azione di moral suasion sul Pd per ottenere un allargamento della coalizione. L’Udc, tra l’altro, deve fare i conti anche con le spaccature al loro interno. Ottavio Bruni e Gianluca Gallo sono pronti a candidarsi con Oliverio (grazie all’ospitalità offerta loro da Agazio Loiero in Autonomia e diritti) comunque vadano le cose. Lo stesso potrebbero fare Alfonso Dattolo e Michele Trematerra ma qui il discorso si fa più complicato per via dei rapporti stretti che i due hanno con Cesa e Casini. Resta un caso a parte Franco Talarico, che ormai parla più con Tonino Gentile che con i suoi colleghi di partito.
Già, ci sarebbe anche il Nuovo centrodestra. Il condizionale è d’obbligo perché ciò che appare in discussione non è tanto la possibilità di un accordo con Forza Italia quanto il trovare un punto d’intesa che riesca a mettere neutralizzare Peppe Scopelliti e i suoi fedelissimi. La proposta degli alfaniani è sempre la stessa: stop alla ricandidatura dei consiglieri regionali uscenti (vedi Fausto Orsomarso e Nazzareno Salerno) in liste civiche. «Che – puntualizza Gentile – devono rimanere aperte alle migliori espressioni della società civile». Peccato che Scopelliti non la pensi proprio così. Wanda Ferro prenda appunti.
Twitter: @AntonioRicchio
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