Saffioti alla festa di Idv: «Ho denunciato e sono libero»

CATANZARO «Ringrazio Italia dei valori per l’invito e per aver dedicato un panel ai testimoni di giustizia che si raccontano mentre la politica ascolta. La mia collaborazione con lo Stato è iniziata più di 12 anni fa, anni che trascorro da uomo libero perché vivere in Calabria, in quelle condizioni, non mi ha affatto permesso di esserlo e se sono sotto scorta da tutto questo tempo, si può capire quale sia la differenza». Lo ha detto l’imprenditore Gaetano Saffioti partecipando alla Festa nazionale Idv a Sansepolcro. «La scelta che ho fatto all’epoca con molta sorpresa della magistratura – ha aggiunto Saffioti – fu di restare nella mia terra perché credo che il testimone di giustizia sia una risorsa e non un peso o un costo per lo Stato e anche perché solo rimanendo nella località di origine e dando l’esempio concreto, con i fatti, che la vita non finisce quando si denuncia bensì, addirittura, migliora, con tutti i sacrifici che ne conseguono, ci si rende utili per lo Stato, per le istituzioni e per la società civile. Come ho fatto di recente con la demolizione con la mia azienda della casa del boss, per la quale nessun altro ha accettato di partecipare alla gara».

«Essere persone perbene – ha detto ancora Saffioti – non è solo non spacciare, non commettere delitti, non fingersi ciechi per avere una pensione o non cercare la raccomandazione per andare avanti, ma è esserlo fino in fondo, per essere liberi e dare in eredità a chi verrà dopo di noi, un mondo migliore. Se non lo facciamo noi adulti, non possiamo delegarlo ai giovani e a quelli che verranno. Noi dobbiamo dare le coordinate per fare capire quale sia la strada corretta, con tutti i sacrifici e le rinunce che questa comporta. Per questo credo servano i fatti, più che le parole».