LAMEZIA TERME La sfida delle primarie rischia di essere solo un semplice riscaldamento pregara per Mario Oliverio. Il candidato governatore ha un ottobre davvero caldo davanti a sé e la direzione regionale del Pd di oggi ne è una dimostrazione eclatante. Con il segretario Ernesto Magorno che, in apertura di lavori, scolpisce sulla pietra la sua pregiudiziale: «Chi ha rappresentato la giunta del centrodestra non potrà stare nelle nostre liste». Di più ancora: «Catturare i voti per vincere le elezioni non significa riferirsi a chi è stato eletto nel centrodestra». Eccolo il monito lanciato all’indirizzo di Oliverio: nelle liste dem non dovrà esserci spazio per i consiglieri regionali che escono dall’altro fronte. Grana non da poco per l’ex presidente della Provincia di Cosenza che, solo per restare ai rumors più insistenti, avrebbe già deciso di schierare nelle liste a suo supporto due ex big della maggioranza scopellitiana, i centristi Ottavio Bruni e Gianluca Gallo. Senza contare il possibile salto della quaglia (l’ennesimo) di Salvatore Magarò nonché dell’ex sottosegretario Elio Belcastro. Ed è sintomatico il fatto che quando Magorno alza il muro, strappa i primi applausi di una direzione fin lì abbastanza sonnacchiosa.
Per il segretario è una questione di «nettezza rispetto a chi ci ha portato nel baratro».
Al di là dei nomi, Magorno affronta pure il tema della rappresentanza di genere nelle liste. La sua idea è di portare le “quote rosa” al 50%, anche se poi «decideremo insieme collegio per collegio». Magorno e Oliverio incontreranno mercoledì il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, per discutere della composizione delle liste. «Noi – ha detto il segretario regionale – abbiamo la responsabilità di mettere in campo un progetto credibile sulla base del documento approvato nell’assemblea e tutti quanti insieme, uniti, andremo nella direzione di dare un buon governo alla regione». La Direzione del partito sarà stata poi rinviata a causa dell’assenza di Mario Oliverio, impegnato in un’iniziativa a Cosenza alla quale ha preso parte il deputato renziano Ernesto Carbone.
Ma a complicare i piani di Oliverio, subito dopo l’intervento di Magorno, ci si mette pure Mario Maiolo. Che usa toni perentori: «Il Pd deve rimarcare il suo essere il partito degli amici della Calabria. E per questo non ci potete parlare di accordi con Ncd e Udc». Altro giro di vite per il vincitore delle primarie. Maiolo, oltre a tentare di limitare le possibilità di manovra di Oliverio, rifila anche una stilettata a Magorno: «Da te, Ernesto, abbiamo ricevuto critiche per una presunta opposizione tiepida in consiglio regionale. Ma così non è stato. E adesso con la riduzione dei membri (da 50 a 30, ndr) non è possibile avere dei “cavalli di Troia” che possano mettere in difficoltà la maggioranza». Quindi serve «un programma netto», con liste in cui non ci sia nessuno che abbia avuto «ruoli di responsabilità regionale» con il centrodestra. Solo così – spiega l’ex assessore regionale – «riusciremo a essere il “governo degli amici”» della regione.
In sala non c’è Oliverio, in compenso ecco il suo grande avversario alle primarie, Gianluca Callipo. Il suo intervento non si discosta molto dai precedenti. Anche per il sindaco di Pizzo è necessario un atteggiamento di netta chiusura di fronte a qualsiasi ipotesi di alleanza organica con alfaniani o eredi della Balena bianca. C’è un altro aspetto rilevante: Callipo archivia la stagione delle primarie che lo ha visto sconfitto e giura lealtà a Oliverio. Però «i miei 55mila elettori devono essere tenuti in considerazione nel momento in cui facciamo le liste e Mario, sposando la linea del rinnovamento, lo deve dimostrare a partire dalla composizione delle stesse. Nemmeno in liste civiche che siano possono entrare coloro che hanno avuto un ruolo nel governo Scopelliti. Se pensiamo di fare discorsi e metodi diversi e se dovessimo vincere le elezioni avremmo delle difficoltà a governare».
Già, i prodromi non sono esaltanti. Le provinciali consegnano due vittorie (a Catanzaro con Bruno e a Crotone con Vallone) ma soprattutto una sconfitta epocale a Cosenza, nonostante la spaccatura del centrodestra di Occhiuto e Gentile. Ci prova l’ex parlamentare Cesare Marini a depotenziare la bomba. A vincere o a decidere – argomenta – sono stati gli amministratori (votavano sindaci e consiglieri comunali), per cui il risultato di ieri non è una bocciatura sancita dall’elettorato che il 23 novembre dovrà scegliere chi mettere a capo della Regione.
Spazio anche all’intervento della componente della segreteria nazionale Stefania Covello, che ha ribadito la grande attenzione del premier Matteo Renzi verso la Calabria e la sua intenzione di aprire un dialogo costante con Oliverio.
La direzione non vota alcun documento, dunque la linea rimane salda sulle risoluzioni già prese durante la riunione dello scorso 30 giugno, in cui i democrat avevano ribadito la volontà di «allargare il campo» a tutte le forze sociali della regione. Sociali, appunto. Magorno e lo stesso Maiolo non sembrano avere alcuna intenzione di fare altre concessioni, diciamo più “destrorse”. E Oliverio non potrà non tenerne conto.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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