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"Ippocrate", le «timbrature plurime» degli impiegati

COSENZA Entravano più tardi e uscivano prima. Alcuni, poi, timbravano anche per i colleghi. È quanto emerso nel corso di una lunga udienza del processo “Ippocrate”. L’inchiesta – scaturita da …

Pubblicato il: 13/10/2014 – 15:32
"Ippocrate", le «timbrature plurime» degli impiegati

COSENZA Entravano più tardi e uscivano prima. Alcuni, poi, timbravano anche per i colleghi. È quanto emerso nel corso di una lunga udienza del processo “Ippocrate”. L’inchiesta – scaturita da una serie di indagini su falsi invalidi nel 2010 – coinvolge medici, funzionari e impiegati amministrativi del distretto di Rende dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Oggi, nell’aula della Corte di Assise di Cosenza, è stato sentito, per oltre otto ore, Gianluca Guzzi, un agente della polizia stradale che fece le indagini all’epoca dei fatti. Guzzi, rispondendo alle domande della pubblica accusa – rappresentata dai pm Giuseppe Cozzolino e Antonio Bruno Tridico – ha ricostruito gli orari di entrata e di uscita dal lavoro di alcuni degli indagati in specifici giorni, facendo riferimento ai filmati ripresi dalle telecamere e ai tabulati che fanno parte del fascicolo. Gli episodi contestati dalla Procura risalgono al periodo compreso tra febbraio e aprile del 2009. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, del reato di truffa e falso. Nell’inchiesta – che fece molto clamore – finirono tra gli altri l’ex coordinatore provinciale del Pdl Sergio Bartoletti; l’ex presidente del consiglio comunale di Cosenza Pietro Filippo; l’ex sindaco di San Fili Ottorino Zuccarelli. Tutti coinvolti in qualità di medici.

Le indagini, condotte per quasi due anni dalla sezione di Cosenza nord della polizia stradale, avevano rilevato, nel corso di alcuni controlli, irregolarità in merito al riconoscimento dell’invalidità civile a decine di persone. Dall’attività investigativa è emerso che il riconoscimento delle false invalidità sarebbe avvenuto attraverso l’intervento autonomo dei medici, con la complicità di funzionari e impiegati del distretto sanitario di Rende, senza che venisse investita la competente commissione collegiale. 

Ma non solo. Gli impiegati – come affermato oggi da Guzzi in udienza – avrebbero anche portato avanti «un’attività plurima di timbratura» dei badge, secondo quanto emerso dai filmati, a favore quindi di alcuni colleghi. L’agente della polizia stradale ha sostanzialmente confermato quanto riferito nei verbali confluiti nell’attività di indagine.

Dopo il lungo esame dei pm Cozzolino e Tridico, Guzzi tornerà in aula il prossimo 11 novembre per rispondere alle domande delle difese. 

 

Mirella Molinaro

m.molinaro@corrierecal.it

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