di Antonio Ricchio
Il primo round di questa singolarissima partita a scacchi lo porta a casa Tonino Gentile. Il coordinatore del Nuovo centrodestra esce dall’angolo e riesce a convincere Quagliariello e Cesa a firmare un documento che sdogana il progetto di una lista unitaria tra Ncd e Udc già a partire dalle regionali in programma in Emilia Romagna e Calabria. Il messaggio di questa operazione è duplice: da un lato si dimostra a Forza Italia che esiste un centrodestra moderato in grado di essere autonomo dall’asse Berlusconi-Carroccio; dall’altro si fa capire al Pd che coalizioni a geometrie variabili non sono possibili. Messaggio implicito: se il centrosinistra vuole allargare il perimetro della sua alleanza deve per forza farlo con Ncd-Udc, senza possibilità di scorporare il pacchetto.
La mossa di Gentile fa felice Talarico (tra i più accaniti sostenitori di un accordo con Ncd) e inguaia Trematerra, Bruni, Gallo, Dattolo e soci. Li inguaia perché le trattative tra i maggiori dirigenti dello Scudocrociato calabrese e Mario Oliverio per siglare un’intesa che avrebbe visto l’Udc organico a uno schieramento guidato dal Pd (da qui il deliberato di lunedì del comitato regionale del partito centrista che esprimeva contrarietà alla fusione con Ncd) erano in fase avanzata. D’altronde, gli orientamenti del candidato a governatore del centrosinistra sono abbastanza noti: porte aperte ai moderati dell’Udc ma non ai dirigenti di Ncd, che resta ancora formalmente il partito di Peppe Scopelliti.
Complicazioni per Oliverio potrebbero arrivare se mercoledì a Roma Lorenzo Guerini dovesse notificargli l’intenzione di replicare in Calabria lo schema che in Parlamento sostiene il governo Renzi. Fuori da formule astratte, dal Nazareno potrebbe partire l’indicazione a dare vita una coalizione che comprenda Pd, Ncd, Udc, liste civiche e movimenti che già hanno ufficializzato il loro sostegno all’ex presidente della Provincia di Cosenza. Oliverio ha già fatto sapere che sul punto attende «decisioni chiare e pubbliche» da parte della segreteria nazionale e regionale del suo partito. Un modo non troppo formale per dire che «per inciuci non c’è spazio». Una dimostrazione? L’accordo vicinissimo con il Cdu di Mario Tassone. Non è chiaro se gli eredi della Balena Bianca presenteranno liste autonome o inseriranno propri candidati nelle liste del centrosinistra ma è ormai certo che il matrimonio (politico) con il centrosinistra si celebrerà. Oliverio non intende nascondere nulla e lo stesso vuole Tassone che, a chi gli chiede conto, non fa mistero di questa intesa: «Sono stato uno dei primi a ribellarmi contro le cattive pratiche del “Modello Reggio” e ho pagato con l’epurazione dall’Udc tale scelta. Adesso non ho difficoltà a dire che si può avviare un progetto serio con Oliverio».
Nel Pd, tuttavia, sono altri i pensieri che affollano la mente dei big. Le attenzioni sono concentrate su Magorno. Dubbi affiorano su una linea, quella del segretario, giudicata «troppo ondivaga» in relazione alle alleanze e alla composizione delle liste. «Non vorremmo – è il sospetto agitato da uno dei colonnelli dell’Udc calabrese – che dietro l’accelerazione sulla lista unitaria tra Ncd-Udc ci sia proprio lo zampino del segretario del Pd. Che in Calabria spara a zero contro ogni ipotesi di alleanza con chi è stato protagonista nel centrodestra di Scopelliti e poi a Roma non smette di dialogare con i maggiori dirigenti del Ncd».
Twitter: @AntonioRicchio
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