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«I voti li avete avuti, ora vogliamo il lavoro»

MARANO MARCHESATO Tre giovani sono stati arrestati dai carabinieri del Reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri di Cosenza perché accusati di avere incendiato le automobili de…

Pubblicato il: 15/10/2014 – 6:32
«I voti li avete avuti, ora vogliamo il lavoro»

MARANO MARCHESATO Tre giovani sono stati arrestati dai carabinieri del Reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri di Cosenza perché accusati di avere incendiato le automobili del sindaco e del vicesindaco di Marano Marchesato, Eduardo Vivacqua e Pino Belmonte, e di avere inviato una lettera di minacce con un proiettile sia ai due amministratori che all’assessore Domenico Carbone. Si tratta di Domenico Mignolo, 27 anni, Alberto Ruffolo (25) e Alberto Novello (22). A chiamarli in causa è stato un quarto giovane, coinvolto all’ultimo momento nell’atto intimidatorio dell’incendio delle auto e, a suo dire, inconsapevole, di cosa stava per accadere.

Secondo l’accusa, i tre avrebbero incendiato le auto e indirizzato ai tre amministratori – Belmonte è anche direttore del centro commerciale Metropolis di Rende – un biglietto con la scritta «i voti sono stati dati, se entro fine mese non escono cinque posti di lavoro al Comune o al Metropolis ogni singolo voto diventerà un colpo di pistola direttamente sulla vostra pelle» accompagnata da un proiettile calibro 7.65 e da quattro margherite viola. Il movente, per l’accusa, è da ricercare nella richiesta di assunzione di cinque persone, una delle quali imparentata con un presunto esponente della ‘ndrangheta, o in Comune o nel centro commerciale Metropolis. Obiettivo fallito, hanno evidenziato gli investigatori, per «il netto rifiuto opposto dalle persone offese».

Si è trattato di un «allarme sociale – ha detto il sostituto procuratore Bruno Antonio Tridico che ha coordinato le indagini assieme al procuratore capo di Cosenza Dario Granieri – e quindi non abbiamo tralasciato nulla: dal nastro trovato sulla macchina al bigliettino inviato contestualmente all’incendio delle auto. Abbiamo ricostruito a ritroso tutta la vicenda. Nonostante all’inizio le indagini erano state sviate: gli amministratori, infatti, incosciamente ci avevano indirizzato verso il traffico di sostanze stupefacenti».

«Il mandante degli atti intimidatori – ha detto in conferenza stampa il comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri, il colonnello Giuseppe Brancati – è Domenico Migliolo. Gli altri sono stati gli esecutori materiali. Si tratta di persone non estranee alla criminalità organizzata». 

«Ma – ha precisato il procuratore capo Granieri – le indagini hanno escluso che gli amministratori comunali abbiano fatto promesse elettorali. Loro sono soltanto delle vittime. Non sono state create false aspettative». Un aspetto ribadito anche dal comandante del reparto operativo dei carabinieri, il tenente colonnello Vincenzo Franzese (che ha condotto le indagini assieme al capitano Borrelli): «Non c’è neppure un vago sospetto sulla condotta degli amministratori. Le indagini sono state sviate involontariamente. Perché nel primo consiglio comunale, fatto nell’immediatezza della vicenda, gli amministratori non riuscivano a comprendere il motivo del gesto perché l’amministrazione, che si era insediata da poco, non aveva soldi né c’erano altri motivi che potessero spiegare un tale gesto». 

Mirella Molinaro

m.molinaro@corrierecal.it

 

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