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Sequestro di beni per 900mila euro a Zoccali

CATANZARO Nuovi, grossi, costosi guai per il direttore generale della presidenza della regione Calabria Franco Zoccali. Proprio in queste ore, la Procura di Catanzaro ha notificato al dg non solo u…

Pubblicato il: 15/10/2014 – 19:08
Sequestro di beni per 900mila euro a Zoccali

CATANZARO Nuovi, grossi, costosi guai per il direttore generale della presidenza della regione Calabria Franco Zoccali. Proprio in queste ore, la Procura di Catanzaro ha notificato al dg non solo un nuovo avviso di garanzia, ma anche un contestuale provvedimento di sequestro (disposto dal gip su richiesta del pm Gerardo Dominijanni) per beni del valore di circa 900mila euro, entrambi relativi al procedimento aperto a suo carico per quel primo incarico ottenuto dalla Regione Calabria, ricevuto secondo i pm in totale assenza dei requisiti richiesti. Insieme a lui, risultano indagati per le stesse circostanze l’assessore al personale Domenico Tallini e la dirigente della regione Rosalia Marasco – già finiti sotto la lente dei magistrati per la nomina della moglie del giudice Vincenzo Giglio, Alessandra Sarlo – come pure l’ex governatore ed ex sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti e i componenti delle giunte comunali di Reggio in carica dal 2002 al 2007. Tra loro ci sono due attuali senatori del Nuovo centrodestra, Giovanni Bilardi e Antonio Caridi, i consiglieri regionali Tilde Minasi e Candeloro Imbalzano (sempre Ncd) e il presidente forzista della Provincia di Reggio Calabria, Peppe Raffa. A loro carico, gli inquirenti ipotizzano i reati di abuso d’ufficio, truffa e falso ideologico, contestati a vario titolo agli indagati per quelle insufficienti attestazioni con cui l’attuale manager della Regione avrebbe ottenuto la nomina in Regione, ma anche indebiti emolumenti da dirigente.
Quando è approdato a Palazzo Alemanni, Zoccali – che in passato pur incassando una retribuzione da dirigente, aveva solo coperto le funzioni di direttore generale presso il Comune di Reggio e quelle di capo di Gabinetto e capo staff del sindaco della medesima città – aveva in tasca solo una qualifica da funzionario dello Stato, ma non aveva superato il concorso per accedere al settimo livello degli enti locali che qualifica i dirigenti, né tantomeno possedeva titoli equipollenti. Nonostante ciò, a sostegno della sua nomina a dg in regione, il noto politico reggino aveva presentato le delibere della giunta comunale, che attestano il conferimento e le successive proroghe per gli incarichi da city manager e da capostaff del sindaco della città calabrese dello Stretto. È dunque per questo motivo che la Procura è stata costretta a iscrivere nel registro degli indagati anche gli ex assessori comunali che avevano firmato quelle delibere.
Le indebite retribuzioni percepite da Zoccali erano divenute di pubblico dominio all’esito dell’ispezione della Ragioneria dello Stato negli uffici di giunta e consiglio regionale, ma già in precedenza sul punto i consiglieri regionali di minoranza avevano presentato diverse interrogazioni. «Ora capisco – aveva commentato all’epoca l’esponente del Pd Demetrio Naccari Carlizzi – perché la giunta regionale non mi ha mai dato risposta. Il contenuto della relazione, specie la parte sulla gestione del personale, è gravissimo e merita provvedimenti urgenti e in ogni caso la giunta regionale deve venire a riferire in commissione».
Per il dg della Presidenza della Regione Calabria non si tratta della prima indagine a carico. Allo stato, Franco Zoccali risulta infatti indagato a Reggio Calabria nell’ambito del cosiddetto procedimento Fallara bis, mentre a Catanzaro è iscritto nel registro degli indagati nell’ambito di diverse inchieste, da quella sulla sanità a quella relativa al trasferimento dei dirigenti regionali.

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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