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Strage di via Popilia, chiesti sei anni per il boss pentito

COSENZA Sei anni di carcere. E’ questa la richiesta dei magistrati della Dda di Catanzaro per Franco Bevilacqua, detto “Franco i Mafarda”, ritenuto dagli inquirenti trafficante di droga, rapinatore…

Pubblicato il: 15/10/2014 – 20:14
Strage di via Popilia, chiesti sei anni per il boss pentito

COSENZA Sei anni di carcere. E’ questa la richiesta dei magistrati della Dda di Catanzaro per Franco Bevilacqua, detto “Franco i Mafarda”, ritenuto dagli inquirenti trafficante di droga, rapinatore di furgoni blindati e feroce assassino. L’ex boss, giudicato con il rito abbreviato, è accusato di aver guidato il commando della strage, compiuta il 9 novembre del 2000, a via Popilia, quartiere di Cosenza. Quella tragica sera persero la vita Francesco Tucci e Benito Aldo Chiodo. Una settimana dopo vennero uccisi l’imprenditore Sergio Perri – titolare del cantiere dove venne sotterrata l’auto con la quale si allontanarono i killer della strage di via Popilia – e la moglie Silvana De Marco.
Nel 2001 le forze dell’ordine strinsero le manette ai polsi di Franco Bevilacqua che era sfuggito a una condanna definitiva a 27 anni di carcere. Bevilacqua decise sin da subito di collaborare con la giustizia e fece ritrovare l’automobile usata per la strage e i caricatori dei mitragliatori utilizzati. I magistrati della Dda hanno scoperto i dettagli di quella orrenda strage dal racconto di Bevilacqua che è reo confesso del duplice omicidio di via Popilia. Dopo 14 anni il pubblico ministero Pierpaolo Bruni ha cercato di fare luce sull’agguato del 2001.
Oggi nel corso dell’udienza preliminare, che si è svolta a Catanzaro, il pm ha chiesto la condanna a sei anni di carcere con le attenuanti generiche e l’applicazione dell’articolo previsto per i collaboratori di giustizia. Una richiesta alla quale si sono opposti i legali di parte civile. In particolare, l’avvocato Pasquale Naccarato – difensore assieme alla collega Fiorella Bozzarello della famiglia di Francesco Tucci, che si è costituita parte civile – ha sottolineato l’efferatezza del delitto. Si torna il aula il prossimo 16 dicembre per le repliche della difesa. Quel giorno il gup Mellace dovrebbe emettere la sentenza nei confronti di Bevilacqua, difeso dall’avvocato Manfredo Fiormonte. L’ex boss, attualmente, è ai domiciliari con diritto al lavoro.

Mirella Molinaro

m.molinaro@corrierecal.it

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