LAMEZIA TERME Pino Tursi Prato dovrà restituire 156.320,86 euro al consiglio regionale calabrese. A tanto, infatti, ammontano le somme «non dovute» ma erogate da Palazzo Campanella all’ex consigliere regionale cosentino. Il vitalizio di Tursi Prato è stato sospeso dal maggio 2014 perché condannato in via definitiva con pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. La sentenza che riguarda l’ex deputato cosentino del Psdi è passata in giudicato il 6 febbraio del 2007, mentre il suo vitalizio decorre dal primo aprile 2008. È proprio da quest’ultima data che l’erogazione delle somme, secondo quanto stabilito dall’ufficio legale di Palazzo Campanella, non è dovuta, per questo Tursi Prato ora dovrà restituire quanto percepito nel corso di questi 6 anni.
La legge regionale 1 del 10 gennaio 2013 (articolo 4 del Capo II), che attua il decreto legge 174 del 2012, prevede, infatti, l’esclusione dell’erogazione del vitalizio ai consiglieri regionali condannati in via definitiva per delitti contro la pubblica amministrazione. Il primo a essere costretto, in virtù di queste norme, a restituire il vitalizio, è stato Enzo Sculco, ex Margherita, condannato a 4 anni per concussione. «Io me ne fotto – è stato il suo commento, non proprio aulico, al Fatto Quotidiano.it – per dirla alla calabrese, anzi alla reggina. Non sarò il capro espiatorio dell’Italia. Non mi sono strappato le vesti, ma per quel vitalizio ho versato 1.200 euro al mese per 5 anni per cui la cifra che devo restituire deve essere corretta». Ora, secondo gli uffici del consiglio regionale, dovrà restituire oltr 100mila euro. E un altro ex della Margherita, Mimmo Crea, condannato con sentenza definitiva a 7 anni e 6 mesi nell’ambito del processo “Onorata Sanità” istruito dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio, dovrà restituire il vitalizio: dal settembre 2011 ha percepito 6.647 euro lordi al mese.
s.pel.
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