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Blocchi fino a sera a Villa San Giovanni

Esplode in Calabria la rabbia del popolo dei precari e dei percettori di ammortizzatori sociali in deroga. E – nell’ambito della mobilitazione promossa da Cisl e Uil a Villa San Giovanni per chiede…

Pubblicato il: 16/10/2014 – 21:28
Blocchi fino a sera a Villa San Giovanni

Esplode in Calabria la rabbia del popolo dei precari e dei percettori di ammortizzatori sociali in deroga. E – nell’ambito della mobilitazione promossa da Cisl e Uil a Villa San Giovanni per chiedere risposte da parte del Governo – in matttinata si passa al blocco degli imbarcaderi privati e delle Ferrovie dello Stato. In pochi minuti è il caos nei collegamenti tra la Calabria e la Sicilia. La protesta è stata interrotta verso le 22:30, quando i lavoratori hanno tolto il presidio. La decisione dopo un vertice in prefettura nel corso del quale è stato assicurato il pagamento di due mensilità ai percettori di ammortizzatori sociali in deroga e, contestualmente, l’apertura di un tavolo di confronto sulla vertenza che, in Calabria, riguarda circa 26 mila lavoratori. Sono arrivati in circa un migliaio da tutta la regione tra Lsu-Lpu, ex art.7 e lavoratori in mobilità in deroga, per rivendicare, a vario titolo, la stabilizzazione dei loro contratti e il pagamento dei sussidi che tardano ad arrivare in qualche caso da oltre un anno. Negli striscioni che esibiscono c’è tutta la drammaticità di una situazione diventata, per molti di loro, ormai insostenibile. Il grosso dei manifestanti con tanto di bandiere e striscioni impedisce il transito verso gli imbarchi; un altro gruppo si dirige verso la stazione delle Ferrovie dello Stato. Risultato: alcune navi in arrivo inCALABRIA sono costrette a fare retromarcia. Poi, entra in azione un piano alternativo per dirottare le navi traghetti nel porto di Reggio Calabria.

Ma i disagi non si contano per tutto il giorno. Le navi traghetto in arrivo nel porto di Reggio, che per imboccatura è meno funzionale di quello di Villa San Giovanni, sono costrette a fermare in mare per attendere il proprio turno. Passano le ore e la situazione non cambia. A Roma, in concomitanza con la manifestazione di protesta, è in programma una seduta della Cabina di regia per la Calabria, istituita dal governo Renzi proprio per dare risposte alle tante emergenze della regione. C’è attesa tra i manifestanti per i risultati della riunione di Palazzo Chigi che è preceduta da un incontro tra la deputazione calabrese del Pd e il coordinatore dell’organismo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. In un comunicato il braccio destro di Renzi e i parlamentari democrat puntano il dito contro la Regione Calabria. «Invece di risolvere i drammatici problemi posti alla loro attenzione – è scritto nel testo diffuso a conclusione dell’incontro – la presidente facente funzioni della Regione, Antonella Stasi e l’assessore al Lavoro, Nazzareno Salerno, hanno giocato sulla pelle dei lavoratori bloccando di fatto il raggiungimento di ogni possibile soluzione».

Poco più tardi è il comunicato di Palazzo Chigi a rincarare la dose sulle responsabilità dell’esecutivo calabrese aggiungendo, però, che sulla questione “calda” degli ammortizzatori in deroga, «il governo è disponibile a considerare nuovi bisogni, comunque con la compartecipazione della Regione, e ad assumere le iniziative necessarie». Spiragli di intesa? Tutt’altro. L’esito della riunione delude manifestanti e sindacalisti. Per Santo Biondo, segretario generale della Uil, “la Cabina di regia non ha compreso la gravità della situazione calabrese”. Solo verso le 22:30 la situazione si sblocca. Il presidio viene sciolto al termine di un vertice convocato dal prefetto di Reggio Calabria, alla presenza dei rappresentanti di Cisl e Uil. «Rimane lo stato di agitazione – ha detto il segretario generale della Uil della Calabria, Santo Biondo, al termine della riunione – ma la situazione si è potuta sbloccare stasera grazie alla mediazione del prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, e del questore che riteniamo siano interlocutori autorevoli cui fare affidamento». 

Clemente Angotti

(Ansa)

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