REGGIO CALABRIA È fissata per il prossimo 25 novembre l’udienza preliminare per il consigliere regionale, Demetrio Naccari Carlizzi, accusato in concorso con la moglie, Valeria Falcomatà, medico presso l’unità di dermatologia e aspirante al ruolo di aiuto che con lui si dovrà presentare davanti al gup, di aver effettuato pressioni sui vertici dell’assessorato regionale alla Sanità dell’epoca per ottenere la nomina di una persona ritenuta amica nella commissione esaminatrice. Per il pm infatti, Naccari «abusando della sua qualità e dei suoi poteri di assessore della giunta della Regione (e quindi di pubblico ufficiale) e in particolare del potere politico derivante da tale incarico», avrebbe indotto «pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio presso la giunta della Regione Calabria e presso l’Azienda ospedaliera Bianchi Melacrinò Morelli a dargli indebitamente l’utilità consistente nell’arbitraria facoltà di ingerirsi (in spregio alla normativa che regola le procedure di nomina) nella scelta dei membri della commissione d’esame che avrebbe giudicato il concorso pubblico».
Da un lato dunque Naccari avrebbe esercitato pressioni perché fosse Giancarlo Valenti – sulla cui posizione sono ancora in corso approfondimenti – il commissario di nomina regionale, mentre avrebbe indotto i dirigenti dell’azienda sanitaria Domenico Mannino e Paolo Vazzana, «a sensibilizzare in favore della Falcomatà il membro di nomina interna all’Azienda ospedaliera (individuato nella persona di Foti Giuseppe)», come pure a «falsare la procedura di sorteggio per la nomina del terzo membro (reato commesso in concorso con i commissari sorteggiatori e con la dirigenza dell’azienda ospedaliera) in modo che la scelta ricadesse sulla persona di Schirripa Vincenzo».
Da qui le accuse nei confronti degli altri sei indagati coinvolti nel procedimento – i direttori sanitari Domenico Mannino e Paolo Vazzana, insieme ai commissari di gara Igino Aldo Postorino, Giuseppe Crisalli, Giuseppa Caserta – mentre rimangono ancora in bilico le posizioni di Vincenzo Schirippa, Giuseppe Foti, Mario Santagati e Giancarlo Valenti – stralciate in sede di chiusura indagini per ulteriori approfondimenti.
Accuse finite al centro di un’inchiesta partita in seguito alle denunce di Carmela Arcidiaco, attuale primario facente funzioni del reparto, ma all’epoca aspirante al posto da dirigente, un concorso diverso da quello bandito per l’incarico di aiuto cui ha partecipato la collega Falcomatà. È stata proprio la Arcidiaco, grazie anche a una serie di registrazioni ambientali fatte pervenire alla Procura, a puntare il dito contro Falcomatà e Naccari, accusati di aver tentato di drogare un concorso – cui la Arcidiaco non era interessata perchè già da tempo in possesso del titolo di aiuto – per l’assunzione di due dermatologi ai Riuniti. Conversazioni attorno a cui nei mesi scorsi è divampata la polemica anche alla luce della diversa interpretazione e trascrizione che è emersa all’esito della perizia di parte, disposta dai legali degli indagati.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
x
x