REGGIO CALABRIA La Squadra mobile di Reggio Calabria ha arrestato tre persone accusate di estorsione aggravata ai danni di alcuni proprietari terreni della Piana di Gioia Tauro imponendo loro guardianie abusive a terreni. Gli stessi titolari dei fondi, secondo l’accusa, sarebbero stati costretti a versare ingenti somme di denaro quale condizione per porre fine agli episodi di danneggiamento e di furto nelle loro proprietà. L’indagine che ha portato ai tre arresti è stata coordinata dalla Procura antimafia di Reggio Calabria. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Dda.
In particolare, erano vessati i proprietari terrieri della Piana di Gioia Tauro, costretti a versare somme di denaro per la guardiania ponendo fine ai danneggiamenti e furti nelle loro proprietà. È questo lo scenario che emerge dall’inchiesta della squadra mobile di Reggio Calabria e dai commissariati di Gioia Tauro e Taurianova che hanno eseguiti due ordinanze di custodia cautelare. Il provvedimento è stato notificato in carcere a Domenico Cianci, 67 anni, mentre Rocco Pesce (45) è stato arrestato e Luigi Cutrì (70) è stato posto ai domiciliari. L’operazione compiuta stamane, è la prosecuzione dell’inchiesta chiamata “Vecchia Guardia”.
Cianci, secondo l’accusa, avrebbe inviato dal carcere, attraverso Cutrì, le minacce agli agricoltori. È accusato di estorsione aggravata dalle modalità mafiose Rocco Pesce, esponente dell’omonima cosca della ‘ndrangheta di Rosarno, il quale imponeva la guardiania dei terreni e pretendeva somme annue pari a 600 euro per impedire i danneggiamenti. Pesce avrebbe anche costretto una vittima a consegnargli la somma di 4mila euro come prestito mai restituito. Gli investigatori, oltre alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, si sono avvalsi anche della collaborazione dei proprietari terrieri che hanno subito le estorsioni.
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