LOCRI Una corona di fiori è stata deposta a Palazzo Nieddu a Locri dove il 16 ottobre 2005 fu ucciso il vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno. Per il delitto 4 persone sono state condannate all’ergastolo con sentenza definitiva. Nel nono anniversario dell’omicidio di Fortugno i familiari hanno organizzato alcune iniziative tra cui la premiazione del concorso sui temi della legalità per le scuole della provincia di Reggio.
«Nel nono anniversario della dolorosa e brutale morte di Franco Fortugno, allora vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, la federazione provinciale del Partito democratico di Reggio Calabria – si legge in una nota – si stringe vicino alla famiglia del compianto Franco. Lo ricordiamo, affettuosamente, come un uomo mite e giusto il cui esempio continua a vivere nel percorso dei figli e della famiglia, di Giuseppe in particolare, oggi segretario del Circolo di Locri del Partito Democratico, a cui va il nostro più grande incoraggiamento per il suo impegno politico e sociale».
«L’assassinio di Francesco Fortugno – ha dichiarato Dorina Bianchi, vicecapogruppo del Ncd alla Camera e componente della commissione Antimafia – rappresentò un attacco alla politica e alle istituzioni da parte della ‘ndrangheta. Per questo l’anniversario della sua scomparsa rappresenta anche un’occasione per ribadire che terremo sempre alta la guardia contro i delitti politico-mafiosi e la criminalità organizzata, accompagnando la Calabria e i calabresi nel cammino verso la giustizia e la legalità. Voglio esprimere la mia vicinanza alla famiglia Fortugno – aggiunge Bianchi – e a tutti quei giovani che oggi si sono ritrovati a Locri per commemorarlo nel corso della manifestazione ‘Non abbiate paura’. I giovani scesero in piazza in quell’ottobre del 2005 contro la ‘ndrangheta e oggi, più che mai, sono testimoni di una Calabria desiderosa di riscatto. Il loro “no” all’omertà e alla sopraffazione – conclude la parlamentare – rafforza il nostro impegno nella battaglia contro le mafie e la corruzione. Non abbiamo paura».
IL RICORDO DI TALARICO
Il presidente del consiglio regionale Francesco Talarico si è recato oggi a Locri per ricordare e onorare la memoria del vicepresidente del consiglio regionale, Francesco Fortugno, «caduto per mano mafiosa – è detto in un comunicato – il 16 ottobre del 2005 nella cittadina ionica durante una manifestazione politica».
«Il sacrificio estremo di Franco Fortugno – ha detto Talarico – deve essere tenuto vivo nella memoria dei calabresi. Il drammatico evento consumatosi nove anni orsono nell’androne di Palazzo Nieddu del Rio – prosegue – ha segnato profondamente la vita istituzionale della nostra regione. Franco Fortugno era persona mite, seppure fermo di principi, impegnato instancabilmente a difesa delle fasce più deboli della società. La sua formazione politica, prima di giovane militante nel partito della Democrazia Cristiana e, successivamente, di rappresentante dei medici nel sindacato Cisl, aveva certamente influito sul suo carattere, sul modo come egli affrontava le questioni istituzionali più delicate, privilegiando il buonsenso nel confronto con gli avversari e ricercando, quanto più possibile, l’armonia e la conciliazione per tutelare l’interesse comune. La sua tragica scomparsa – ha aggiunto il presidente del consiglio regionale – provocò sentita indignazione in tutti i calabresi che rifiutano la mafia e la violenza che ne genera: con sincero cordoglio, in migliaia sfilarono davanti al suo feretro a Palazzo Campanella, come per sancire un rinnovato impegno civile, un’accorata richiesta collettiva allo Stato ed alle più alte istituzioni del Paese per mettere un freno al rischio dell’ulteriore deterioramento sociale in una terra che merita, invece, migliori fortune e più attente considerazioni. Il nostro impegno in questa giornata di cordoglio e di rinnovata emozione continua dentro il solco che Franco Fortugno ha contribuito a tracciare, mantenendolo aperto con l’impegno quotidiano, consapevoli che da ogni decisione delle istituzioni e della politica discendono atti concreti e soluzioni per la nostra comunità. Da qui, la necessità di un imponente sforzo unitario per irrobustire la coesione civile e sociale chiudendo ogni varco a chi tenta, con l’inganno e la violenza criminale, di ritorcere a proprio favore personale proposte e interventi di sviluppo necessari per la serenità delle famiglie e delle giovani generazioni».
IL MESSAGGIO DELLA PRESIDENTE DELLA CAMERA
«In occasione del nono anniversario dell’assassinio del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, desidero testimoniare vicinanza a lei e a tutta la famiglia. L’omicidio avvenne in un luogo simbolo per la democrazia, un seggio elettorale, nel quale lo stesso Fortugno si era recato per votare alle primarie per il premier di centrosinistra. Fu un segnale inequivocabile da parte della criminalità organizzata calabrese che tentò, attraverso un atto così eclatante e barbaro, di condizionare le istituzioni e la politica». È quanto si legge nel testo del messaggio che la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha inviato alla vedova di Francesco Fortugno, Maria Grazia Laganà. «Un gesto che però vide l’immediata reazione dei cittadini, dei ragazzi, che scesero in piazza per dire no al sistema di violenza e sopraffazione della ‘ndrangheta. Un’ulteriore conferma del fatto che contro le mafie non può bastare l’azione, pure indispensabile, delle forze dell’ordine e della magistratura. Fondamentale è la mobilitazione della società civile. La vera battaglia, soprattutto in certi territori, è una battaglia culturale – ha concluso Boldrini – che deve vedere in prima linea i giovani, che accanto a loro devono sentire tutte le istituzioni».
x
x