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La carta Rossi per i centristi

di Antonio Ricchio   I diretti interessati lo definiscono «un percorso obbligato» dopo gli eventi delle ultime ore. L’ennesima fumata nera scaturita al termine di un fugace confronto tra Renzi…

Pubblicato il: 18/10/2014 – 16:39
La carta Rossi per i centristi

di Antonio Ricchio

 

I diretti interessati lo definiscono «un percorso obbligato» dopo gli eventi delle ultime ore. L’ennesima fumata nera scaturita al termine di un fugace confronto tra Renzi, Alfano e Cesa ha scritto la parola “fine” all’ipotesi di grosse koalition in salsa calabrese. Contemporaneamente da Forza Italia è arrivato un attacco sferrato direttamente dai vertici regionali: «Porte chiuse a chi ha trattato per trovare un posto nella coalizione di centrosinistra». Così, a Nuovo centrodestra e Udc non è rimasto altro che prendere atto della situazione e regolarsi di conseguenza. Nessuna decisione ufficiale è stata presa, ma i due partiti sono pronti a dare vita in Calabria a una coalizione di moderati, sulla scia di quanto già fatto in Emilia Romagna, alternativa a quelle guidate rispettivamente da Mario Oliverio e Wanda Ferro. Per formalizzare il matrimonio si aspetta l’arrivo in Calabria (previsto per la giornata di domenica) di Gaetano Quagliariello e Lorenzo Cesa. Nell’Udc sono pronti a scommettere che non ci saranno defezioni rispetto a tale progetto, ovvero che tutti i consiglieri uscenti saranno parte integrante di questa nuova avventura. In ogni caso, entro poche ore tutti i dubbi saranno sciolti. Nel Nuovo centrodestra prevale la prudenza, Tonino Gentile sta facendo una gran fatica a tenere distinto il piano nazionale da quello locale. Le voci si rincorrono e tra queste c’è anche quella che vorrebbe un Denis Verdini a caccia di senatori da sottrarre a Ncd e portare in un nuovo gruppo di lealisti, pronti ad appoggiare Renzi e al contempo decisivi per stringere la tenaglia su Alfano. Il senatore calabrese, che guida a Palazzo Madama un manipolo di parlamentari di cui fanno parte Aiello, D’Ascola, Bilardi e Viceconte, replica sprezzante: «Non è dalle trattative sul territorio che dipende un progetto politico. E io non esco dal partito».
Certo, non è casuale che il tackle forzista arrivi proprio quando le notizie di un possibile riavvicinamento di Gentile a Forza Italia varcano il Pollino. Si narra che l’offensiva degli azzurri sia partita su precisa indicazione dei fratelli Mario e Roberto Occhiuto e di Jole Santelli, desiderosi di dimostrare che a Cosenza il centrodestra è rappresentato soltanto da loro e non da altri. Come sempre, saranno le urne a decretare vincitori e vinti. Intanto la coordinatrice di Forza Italia esulta: «Stiamo facendo una vera battaglia per rinnovare il nostro partito e la nostra coalizione. Basta con i vecchi personaggi e con le vecchie logiche imposte negli anni scorsi dal duo Scopelliti-Gentile».
Tornando all’Udc e al Nuovo centrodestra, resta l’incognita di laboratorio politico che nasce senza un’adeguata preparazione. Il quorum del 4% alle europee è stato superato per un soffio ma non è detto che lo stesso possa avvenire in Calabria dove, per accedere alla ripartizione dei seggi nel nuovo consiglio regionale, servirà conquistare l’8% dei consensi. I due partiti hanno intenzione di presentare liste autonome. C’è una duplice ragione alla base di tale scelta: aumentare il numero dei candidati e quindi puntare a raccogliere quanti più consensi possibili; offrire a tutti i colonnelli le stesse chances di elezione (un esempio su tutti: Trameterra/Gentile che si troveranno a concorrere nella circoscrizione di Cosenza) che una lista unica farebbe invece precipitare. Alle due sigle tradizionali potrebbe aggiungersene una terza, che risponderebbe direttamente al candidato a governatore.
Già, perché tra trattative vere o presunte c’è anche quella che riguarda l’individuazione della persona a cui affidare la guida della coalizione. Un’offerta sarebbe stata fatta recapitare in queste ore sulla scrivania di Daniele Rossi, presidente di Confindustria Catanzaro e alla guida dei marchi di caffè più popolari in Calabria. Rossi nei mesi scorsi ha lanciato un movimento, “La Calabria che rema”, pur senza collocarlo in un preciso spazio politico. Il leader degli industriali catanzaresi, che vanta un rapporto di amicizia con Pier Ferdinando Casini, non avrebbe ancora sciolto la riserva e a chi ha avuto modo di parlargli avrebbe mostrato più di una perplessità nell’accettare tale incarico. Ragioni professionali e personali sarebbero alle base dei tentennamenti. Ma il tempo stringe anche per lui: entro domani Rossi dovrà definitivamente sciogliere ogni riserva.

Twitter: @AntonioRicchio

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