COSENZA La società bresciana A2a, che si occupa della produzione e della vendita di energia idroelettrica e simili, avrebbe agito, in relazione allo svuotamento del lago Ampollino, sulla Sila, mantenendo una condotta «lesiva dell’ambiente» e «con la compiacenza delle istituzioni informate delle intenzioni della società».
A dirlo è Antonio Nicoletti, responsabile nazionale delle Aree protette e biodiversità di Legambiente: «A2a – scrive in una nota l’interessato – aveva informato le istituzioni della sua intenzione di procedere allo svuotamento del bacino idroelettrico del lago Ampollino. Attraverso una lettera, inviata il 13 giugno 2014, informava infatti le istituzioni locali e nazionali delle intenzioni di procedere, tra ottobre e novembre di quest’anno, allo svuotamento del lago sulla base di quanto contenuto in un Progetto di gestione».
«Da questa lettera – afferma Nicoletti – emergono alcune cose importanti: la prima, ovvia, che le istituzioni erano informate delle intenzioni di A2a, e la seconda che A2a non sta procedendo a una attività di manutenzione ordinaria, ma a una attività straordinaria, tant’è che avrebbe predisposto un Piano di gestione, un documento a quanto pare segreto e non divulgato pubblicamente. Confessiamo – continua l’interessato – di non aver dovuto faticare molto per cercare le prove per smentire quel sindaco che manifestava stupore nel vedere il lago vuoto, e sostenere che A2a non è sincera quando afferma che si tratta di una manutenzione ordinaria di cui si agevola il settore agricolo in difficoltà per la siccità che avrebbe in questa stagione autunnale. Secondo noi, la verità è comunque molto più semplice: siamo davanti a un caso classico in cui le istituzioni, più che tutelare il diritto all’ambiente dei loro cittadini, permettono ad una azienda idroelettrica di fare i propri interessi a discapito delle norme a tutela del Parco nazionale e del paesaggio silano». Questo, quindi, il commento giunto dai vertici di Legambiente sulla condotta che la società avrebbe mantenuto in relazione di uno dei laghi silani (costruiti dall’Enel, successivamente passati ai Comuni e attualmente sono gestiti dalla “A2a spa”, che li utilizza per generare energia idroelettrica). Esisterebbe poi, afferma ancora Nicoletti, «una successiva lettera inviata anche al parco nazionale della Sila, attraverso cui l’ente veniva informato che tra il 1 e 30 novembre, salvo anticipi o posticipi alle ultime due settimane di ottobre alle prime due settimane di dicembre, si sarebbe provveduto: ad abbassare il livello del lago mediante le turbine, all’apertura dello scarico di fondo per mettere all’asciutta i manufatti e le opere a servizio della diga e verifica dello stato dell’avandiga, al recupero selettivo della fauna ittica pregiata; a una ispezione e manutenzione delle opere idrauliche e meccaniche sommerse, alla sostituzione dell’organo di guardia e tronchetto metallico derivazione sinistra, al monitoraggio dei solidi sospesi oltreché monitoraggio biologico pre e post svaso; al rilascio d’acqua ai fini di lavaggio dell’alveo al termine delle attività. Ovviamente – continua Nicoletti – la chicca è il dichiarare nella stessa lettera che si tratta di opere realizzate ad oltre 30 anni dall’ultimo svuotamento effettuato. Messa così è facile per noi sostenere che di svuotamento si tratta, e non di manutenzione ordinaria come sostiene A2a, ma sarebbe stato evidente che di svuotamento si sarebbe trattato per chiunque ha ricevuto la lettera». «Se avevamo dubbi – continua la nota di Legambiente – ora abbiamo la certezza che nessuna istituzione, malgrado fosse informata, è intervenuta per evitare che A2a compisse il suo disegno e procedesse nella violazione delle norme a tutela del Parco nazionale della Sila e del paesaggio silano, visto che per effettuare queste opere, chiaramente non di manutenzione ordinaria per come vengono descritte dalla stessa A2a, serve l’autorizzazione preventiva. Per il momento prendiamo atto con soddisfazione della richiesta di informazioni e chiarimenti che, su nostra sollecitazione, la direzione generale protezione della natura del ministero dell’Ambiente, ha inviato al Parco nazionale della Sila e al corpo forestale dello Stato, che ringraziamo per l’immediato intervento e la professionalità dimostrata in questa vicenda. Ciò nonostante, siamo ancora più determinati a chiedere alla Magistratura di indagare fino in fondo per stabilire le responsabilità e le eventuali sottovalutazioni, o peggio complicità, di un comportamento che consideriamo – conclude Nicoletti – illegittimo da parte di A2A».
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