LAMEZIA TERME Dovranno presentarsi il prossimo 13 novembre di fronte al gup Adriana Trapani, la moglie di Amedeo Matacena, Chiara Rizzo, il suo braccio destro Martino Politi e la segretaria dell’ex ministro dell’Interno, Claudio Scajola, Roberta Sacco. A differenza del suo ex capo, come della storica segretaria di Matacena, Maria Grazia Fordelisi che – allo stato – sembrano aver preferito affrontare il giudizio con rito ordinario e il prossimo 22 ottobre si dovranno presentare di fronte ai giudici, la Sacco, insieme a Rizzo e a Politi ha scelto il rito alternativo che “in cambio” di uno sconto di un terzo sull’eventuale pena prevista, se da una parte impedisce alla pubblica accusa di produrre elementi a carico degli imputati ulteriori rispetto a quelli contenuti nel fascicolo del pm, inibisce anche la produzione di ulteriori prove a discarico. Tutti quanti sono a vario titolo accusati di aver aiutato l’ ex deputato di Forza Italia, Amedeo Matacena, a sottrarsi all’esecuzione di una condanna per mafia, nonché ad occultare il suo patrimonio. A inchiodarli, le innumerevoli conversazioni registrate fra Scajola e la Rizzo, come gli altrettanto monitorati incontri, spesso mediati e organizzati dalle segretarie dell’ex ministro e di Matacena.
Ascoltati dagli investigatori, l’ex mnistro e “Lady champagne” non solo discutevano di delicate operazioni finanziarie destinate ad occultare l’immenso patrimonio dell’armatore – oggi tutte oggetto di approfondimento da parte della Dda – ma soprattutto della necessità di individuare «uno Stato estero che evitasse per quanto possibile l’estradizione del Matacena o la rendesse quanto meno molto difficile e laboriosa. Tale Stato – spiega il gip – lo Scajola lo individuava nel Libano, impegnandosi con personaggi esteri di rango istituzionale per ottenere tale appoggio per tramite di importanti amicizie (Vincenzo Speziali junior, oggi anche lui indagato, ndr)».
«Un’esigenza – si legge ancora nell’ordinanza – generata da un timore preciso: che il 20 febbraio del 2014 fosse emessa la sentenza nel procedimento pendente a Dubai, cui sarebbe potuta conseguire l’espulsione da quel Paese, con il rischio di essere tratto in arresto e trasferito in Italia per scontare la pena».
Sarà presente alla prima udienza anche l’ex ministro Scajola, che e’ agli arresti domiciliari nella sua villa. Secondo quanto riferito dai suoi legali, è già stato autorizzato a raggiungere Reggio con mezzi propri.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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