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Reggio, la faida nel M5S finisce in tribunale

REGGIO CALABRIA A meno di una settimana dall’ appuntamento con le urne a Reggio, tracima per vie legali la faida calabrese a Cinque stelle. Mentre il candidato sindaco pentastellato Vincenzo Giorda…

Pubblicato il: 20/10/2014 – 15:38
Reggio, la faida nel M5S finisce in tribunale

REGGIO CALABRIA A meno di una settimana dall’ appuntamento con le urne a Reggio, tracima per vie legali la faida calabrese a Cinque stelle. Mentre il candidato sindaco pentastellato Vincenzo Giordano si prepara agli ultimi appuntamenti della campagna elettorale per le comunali del prossimo 26 ottobre, tra le segnalazioni di notizie di reato finiscono anche le pratiche non proprio ortodosse che hanno portato la sua lista all’affermazione nella consultazione interna delle comunarie. Una vittoria contestata, accompagnata da mugugni, polemiche, proteste e accuse di brogli – qualcuno il giorno stesso delle consultazioni avrebbe giocato sporco drenando voti verso Giordano – arrivate fino allo staff nazionale, che all’epoca aveva deciso di metterci una pietra sopra per non esacerbare ulteriormente i conflitti fra le due anime del movimento – quella che ha come riferimento il senatore Francesco Molinari e quella che invece si riconosce di più nella linea del senatore Morra – in Calabria da tempo ai ferri corti.
Ma quelle stesse questioni poste allo staff nazionale, oggi potrebbero diventare di interesse dell’autorità giudiziaria. Due attivisti non si sono limitati a chiedere lumi – e interventi – al nazionale, ma hanno deciso di presentare precisa e circostanziata denuncia ai carabinieri, lamentando quanto meno la sottrazione e l’uso improprio di dati personali. Un reato che il codice punisce tanto con sanzioni amministrative come penali, ma che soprattutto rischia di far sanguinare ferite politiche e personali mai cicatrizzate all’interno del movimento reggino e non solo. «In data 22 settembre, mentre controllavo la mia casella di posta elettronica – si legge nel testo della denuncia – mi accorgevo dell’arrivo di un messaggio giunto alle ore 12:09 del 22.09.2014 proveniente dall’indirizzo e-mail cittadini@reggiocalabria5stelle.it contenente il suggerimento al voto di uno dei candidati. (…) Preciso che sulla piattaforma le mie credenziali non sono più attive e non ho dato il mio assenso al trattamento dei miei dati personali». Di fatto – spiegano i due attivisti che hanno allegato alla denuncia una copia del messaggio ricevuto – il giorno stesso delle elezioni, qualcuno ha inviato un messaggio a tutta la mailing list che fa riferimento al sito www.reggiocalabria 5stelle.it (piattaforma comune ai tre meet up cittadini) non solo ricordando l’appuntamento con le urne virtuali per la scelta del candidato, ma indicando anche che «il meetup reggiocalabria5stelle ha presentato la lista con candidato portavoce sindaco Vincenzo Giordano», con tanto di link a un sito esterno che ospitava il profilo di tutti gli aspiranti candidati presenti in lista.
Una questione finita anche al centro di un volantino – circolato e rapidamente fatto sparire in occasione dell’incontro con il candidato sindaco Giordano e i parlamentari a Reggio Calabria – e che continua a tenere banco sui social network – fra reciproci scambi di accuse, post al vetriolo, vignette satiriche – ma adesso potrebbe riesplodere, avvelenando definitivamente il clima già infuocato dal cosiddetto “caso Pantano”. Se nell’imminenza dell’arresto dell’ex consigliere comunale di San Ferdinando, nonché fra i principali animatori del locale meet up dato come molto vicino alla corrente “molinariana” del movimento, unanime era stata la sconfessione, ha fatto scalpore – e creato non pochi malumori – l’estromissione dalla lista per le regionali di Ferdinanda Rombolà, espressione dello stesso gruppo cui il M5s ha chiesto di fare un passo indietro. Una decisione mal digerita dall’attivista, ma anche da un fronte più ampio di “molinariani” che hanno letto la manovra come un attacco alla propria corrente in Calabria.
Se il percorso delle “regionarie” si è svolto infatti senza scandali, accuse ed è giunto alla definizione della lista senza troppi scossoni, adesso c’è chi dall’interno del movimento assicura di rendere pan per focaccia, promettendo segnalazioni e diffide.

 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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