LAMEZIA TERME «Sulla necessità del rinnovamento condivido profondamente la tua preoccupazione ed occorre avere il coraggio di cambiare». Se quella lanciata ieri da Mario Oliverio era una sfida a invertire la rotta sulla strada del cambiamento e della legalità, si può tranquillamente affermare che al Nazareno l’hanno raccolta e non intendono dare l’impressione di volere restare indietro rispetto all’esigenza di dare un segnale di cambiamento nella composizione delle liste per le elezioni del 23 novembre. Oliverio oggi non si è presentato a Roma nonostante la convocazione di Lorenzo Guerini. Il candidato a governatore ha preferito restare a lavorare a Cosenza sulle definizione delle liste assieme ai suoi più stretti collaboratori. Al Nazareno, per un breve faccia a faccia con il plenipotenziario di Matteo Renzi, si è presentato soltanto Ernesto Magorno.
Guerini, dopo aver illustrato al segretario regionale dei dem le linee guida che il partito nazionale intende seguire in questa delicata fase della selezione dei candidati, ha preso carta e penna per rispondere alle sollecitazione che gli erano arrivate da Oliverio.
Il contenuto della missiva è forte e ha un forte valore politico. Al Nazareno intendono accelerare sulla strada di un radicale cambio di nomi e di pratiche fin qui seguite. «Confermandoti – scrive Guerini a Oliverio – come ti ho già detto nel corso del nostro ultimo incontro presso la sede nazionale del Pd, l’esigenza di assicurare nella lista del nostro partito il rispetto della presenza di genere e manifestandoti che se si procederà con decisione sulla strada del netto rinnovamento attraverso candidati in chiara rottura con il passato, la segreteria nazionale sarà al fianco del Pd calabrese e del suo presidente».
Guerini va addirittura oltre spingendosi a dettare le linee guida che tutti i partiti della coalizione di centrosinistra dovranno rispettare: «È opportuno che quanto dettato dal codice etico del Pd e della commissione parlamentare Antimafia venga integralmente rispettato non solo dal nostro partito ma dall’intera coalizione».
Parole di fuoco, che alimenteranno ulteriormente la bagarre in atto. A Crotone, per esempio, i renziani sono allarmati per la possibile candidatura di Flora Sculco, esponente del movimento “I Demokratici” e figlia dell’ex consigliere regionale della Margherita già condannato in via definitiva per concussione. «Le colpe dei padri – è il commento di chi invece sarebbe favorevole a un allargamento delle liste – non possono ricadere sui figli».
C’è poi la questione dei consiglieri regionali uscenti indagati che pone più che altro un problema etico. Il rischio è quello di trascinare nella nuova legislatura eventuali condanne. Un’eventualità che i vertici regionali e nazionali del Pd vorrebbero evitare proprio per dimostrare che in Calabria è possibile aprire una nuova pagina.
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it
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