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Processo Lanzino, il giallo del coltello

COSENZA Le indagini avviate subito dopo la morte di Roberta Lanzino sono state al centro della nuova udienza del processo che cerca di fare luce sulla morte della giovane studentessa, violentata e …

Pubblicato il: 22/10/2014 – 14:55
Processo Lanzino, il giallo del coltello

COSENZA Le indagini avviate subito dopo la morte di Roberta Lanzino sono state al centro della nuova udienza del processo che cerca di fare luce sulla morte della giovane studentessa, violentata e uccisa il 26 luglio del 1988 sulla strada di Falconara Albanese, nel Cosentino. Per quel brutale assassinio è imputato Franco Sansone, accusato di aver violentato e ammazzato Roberta assieme a Luigi Carbone, vittima di lupara bianca. Per l’omicidio di Carbone sono accusati, invece, Alfredo Sansone e il figlio Remo, rispettivamente padre e fratello di Franco.

La Corte del Tribunale di Cosenza (presieduta dal giudice Maria Antonia Gallo, a latere Lo Feudo), questa mattina ha ascoltato un ex agente della polizia, Antonino Condò, che all’epoca ha rinvenuto un coltello intriso di sangue nei pressi del luogo in cui è stato trovato il corpo senza vita di Roberta. Incalzato dalle domande della difesa e del presidente della Corte, Condò ha spiegato che il coltello è stato ritrovato nei giorni successivi all’omicidio perché, nell’immediatezza dei fatti, hanno avuto difficoltà a rinvenirlo a causa delle sterpaglie che rendevano difficile la ricerca. 

Dopo Condò è salito sul banco dei testimoni Francesco Brogno, maresciallo dei carabinieri in pensione. Brogno – ha raccontato in aula – che quella sera del 26 luglio fu avvisato dal padre di Roberta perché la ragazza era partita prima con il motorino per raggiungere la loro casa al mare, ma non avevano notizie di lei da alcune ore. “Così – ha detto Brogno – con Franco Lanzino abbiamo fatto diversi giri in macchina alla ricerca della ragazza, ma senza alcun risultato. Poi ho informato i miei superiori”. Brogno non è riuscito a proseguire, né ad approfondire la vicenda della Fiat 131 a causa delle sue condizioni di salute. Infatti, la Corte tenendo conto dell’esame condotto fino a quel momento, ha ravvisato l’opportunità di sospendere l’esame essendoci la necesstà di “verificare l’integrità delle facoltà mnemoniche e di valutare ulteriori possibili accertament sulle sue condizioni”. Il presidente Gallo ha quindi invitato Brogno a presentarsi in udienza il prossimo 5 novembre con la documentazione medico-sanitaria relativa alla natura della patologia di cui dovrebbe risultare affetto. E si è riservata di decidere sulle modalità di prosecuzione della prova, disponendo sin d’ora l’annotazione del 10 febbraio 1989 a firma del maresciallo Brogno. 

Presenti in tribunale, come sempre, i genitori di Roberta: papà Franco e mamma Matilde non perdono un’udienza del processo che dovrà fare luce sulla morte della loro giovanissima figlia. La Corte ha poi revocato alcuni testimoni e ha aggiornato il processo al prossimo 5 novembre.

 

Mirella Molinaro

m.molinaro@corrierecal.it

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