di Antonio Ricchio
Sono ore concitatissime per la politica calabrese. Vertici e incontri informali si susseguono a ritmo infernale per definire le liste in vista del voto del 23 novembre. Di sicuro lo spettacolo è poco edificante. Ma tant’è. Le ultimissime certificano alcuni cambi di casacca abbastanza clamorosi. La transumanza riguarda soprattutto il centrodestra. Due consiglieri regionali uscenti – Gianpaolo Chiappetta e Gianluca Gallo, anche se quest’ultimo si è preso ancora una notte di tempo per decidere -, entrambi appartenenti al cartello centrista di Ncd e Udc, hanno deciso di lasciare il polo guidato da Nico D’Ascola per approdare nella coalizione a trazione forzista capitanata da Wanda Ferro. C’è una motivazione di puro calcolo elettorale dietro tali scelte, che ricalca quella ufficializzata nei giorni scorsi dagli scopellitiani Nazzareno Salerno e Fausto Orsomarso. I due (sarebbero stati tre se Alfonso Dattolo non avesse scelto di assecondare le richieste dell’Udc di non prendere in considerazioni altre proposte se si fosse candidato) sono evidentemente convinti che il progetto di Gentile, Talarico e soci sia di corto respiro. A spaventarli ci sono le soglie di sbarramento introdotte dalla nuova legge elettorale: 8% per le coalizioni, 4% per le singole liste. «Non ce la faranno», pronostica Silvio Berlusconi. Che incontrando i suoi gruppi parlamentari rivela di essere stato proprio lui a suggerire a Jole Santelli di alzare il livello dello scontro con il Nuovo centrodestra e arrivare alla rottura in Calabria.
Viceversa, gli alfaniani duri e puri sono convinti di riuscirla a spuntare. A Roma Tonino Gentile ostenta ottimismo sulla riuscita dell’esperimento neocentrista calabrese: «Vedrete che alla fine i fatti ci daranno ragione». E lo stesso fa Gaetano Quagliariello, che in questi giorni è stato avvistato più volte in Calabria per convincere i colonnelli dubbiosi (vedi Imbalzano e Fedele) a sposare la causa.
Lo schema pensato per la candidatura D’Ascola ripropone in buona sostanza quello messo a punto nel 2010 in occasione della discesa in campo di Peppe Scopelliti. La coalizione “Alternativa Popolari per la Calabria” ha il suo perno fondante sull’asse Reggio Calabria – Cosenza. Cambiano i protagonisti, certo. Ciò che sperano non cambi è invece il risultato finale. Per D’Ascola è un’operazione a costo zero: male che vada, c’è un sempre un incarico a Palazzo Madama da portare avanti fin quando il governo Renzi avrà i numeri.
Ma la scelta di Alfano e Quagliariello di puntare sul senatore reggino – tra le altre cose legale di fiducia di Berlusconi e Scopelliti – apre una ferita all’interno del gruppo parlamentare calabrese. Scopelliti (Rosanna) sembra vicina al passo d’addio e pone ad Alfano per rimanere, come condicio sine qua non, la testa di Gentile. La resa dei conti, se mai ci sarà, è stata rimandata a dopo il voto. Per il momento si va avanti così e D’Ascola incassa gli auguri di tutti i big dell’universo centrista: da Sacconi a De Poli, da Cicchitto a Cesa.
Non si intravedono, apparentemente, particolari difficoltà nel centrosinistra se si esclude il singolo caso del sindaco di Cutro, l’idv Salvatore Migale, che denuncia di essere stato estromesso dalle liste «per volontà di qualche ras locale». Mario Oliverio è al lavoro per definire le liste che lo sosterranno in queste quattro settimane che separano la Calabria dal voto. L’aspirante governatore dei dem deve semmai fare i conti con il problema inverso a quello dei suoi competior: vigilare per far sì che il suo “carro” non diventi troppo affollato. Oggi a Reggio Calabria – città che domenica torna alle urne dopo l’onta dello sciogliemento del consiglio comunale per «contiguità con la ’ndrangheta» – il segretario regionale Ernesto Magorno ufficializzerà i candidati della lista del Pd e di quella parallela dei “Democratici e Progressisti”. Nessun pericolo: lo sdoppiamento della compagine ha già incassato il via libera dal Nazareno. Per Magorno e Oliverio il problema è quello di riuscire a garantire quel «rinnovamento» che tanto sta a cuore a Renzi e Guerini.
Twitter: @AntonioRicchio
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