Ultimo aggiornamento alle 23:12
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Sangue infetto, udienza rinviata per difetto di notifica

COSENZA E’ stata rinviata per un difetto di notifica la seconda parte dell’udienza preliminare del processo sul caso del “sangue infetto” che vede sul banco degli imputati i vertici dell’ospedale d…

Pubblicato il: 23/10/2014 – 17:09
Sangue infetto, udienza rinviata per difetto di notifica

COSENZA E’ stata rinviata per un difetto di notifica la seconda parte dell’udienza preliminare del processo sul caso del “sangue infetto” che vede sul banco degli imputati i vertici dell’ospedale di Cosenza. Il procedimento ha preso il via lo scorso 9 luglio e vuole fare luce sulla morte, avvenuta nell’estate del 2013, di Cesare Ruffolo, un pensionato di Rende. Ruffolo aveva effettuato una trasfusione, nel Centro trasfusionale dell’Annunziata, con una sacca che poi si è scoperto essere contaminata dal batterio letale serratia marcescens. Dalle indagini, condotte dai carabinieri del Nas e coordinate dai pm Salvatore Di Maio e Paola Izzo, emerse che un mese prima del decesso di Ruffolo un caso analogo si era verificato ai danni del 37enne Francesco Salvo, che è fortunatamente riuscito a sopravvivere alla trasfusione infetta. Nell’inchiesta sono indagati i vertici e alcuni medici dell’Azienda ospedaliera di Cosenza. 
I magistrati della Procura – come si legge nell’avviso di conclusione delle indagini notificato nel febbraio scorso – contestano il reato di rifiuto di atti d’ufficio al direttore generale dell’azienda ospedaliera, Paolo Maria Gangemi, al direttore sanitario aziendale Francesco De Rosa e al direttore del Centro trasfusionale dell’azienda ospedaliera Marcello Bossio. In particolare, la Procura ha contestato la mancata adozione di un adeguato piano di azioni correttive rispetto a 65 criticità rilevate sin dal settembre del 2012 da una struttura di controllo della Regione Calabria durante una visita ispettiva nel Centro trasfusionale. L’omessa denuncia di reato è stata ipotizzata a carico del direttore del dipartimento sanitario di Medicina, Pietro Leo, e al responsabile Ssd rischio clinico, Addolorata Vantaggiato, perché dopo la morte di Cesare Ruffolo non avrebbero proceduto a nessuna comunicazione all’autorità giudiziaria.

I magistrati hanno mosso l’accusa di somministrazione di medicinali guasti nei confronti del direttore medico di presidio unico dell’ospedale Annunziata di Cosenza, Osvaldo Perfetti, e del direttore dell’Unità di immunoematologia, Marcello Bossio. Secondo l’accusa i due, pur essendo a conoscenza della contaminazione delle sacche ematiche, non avrebbero adottato alcuna misura idonea a impedirne l’utilizzo. A Bossio e Perfetti viene contestato anche il reato di morte in conseguenza di altro reato doloso. A Mario Golè e Maria Maddalena Guffanti, rispettivamente legale rappresentante e direttore di produzione tecnica della “Germo spa” – la ditta che produce il sapone disinfettante Germocid (lo stesso usato a San Giovanni in Fiore) all’interno del quale sarebbe stato trovato il batterio serratia marcescens – si contesta il reato colposo di commercio e distribuzione di sostanze adulterate in modo pericoloso per la salute pubblica. Nei confronti di Salvatore De Paola e Luigi Rizzuto, rispettivamente direttore sanitario e dirigente medico in servizio all’ospedale di San Giovanni in Fiore, si contesta l’omicidio colposo. Secondo la Procura, i due avrebbero permesso che la raccolta, il prelievo e la conservazione del sangue avvenissero in locali e condizioni inidonee, in violazione della normativa speciale dettata in materia. Ai due medici vengono contestate anche le lesioni personali colpose ai danni di Francesco Salvo, il quale, nel giugno del 2013, a seguito di una trasfusione di sangue contaminato, subì uno shock settico. Lo scorso luglio il gup Luigi Branda ha concesso il rito abbreviato a Golè, Guffanti, Leo e Vantaggiato. Le posizioni dei quattro sono state stralciate e per loro il processo riprenderà il prossimo 30 ottobre. Per gli altri sei indagati l’udienza preliminare è stata aggiornata al prossimo 14 gennaio.

I familiari di Ruffolo e lo stesso Francesco Salvo si sono costituiti parte civile. Nel corso dell’udienza le parti sono state autorizzate a citare come responsabili civili, la “Germo spa”, l’azienda ospedaliera e l’azienda sanitaria. 

 

Mirella Molinaro

m.molinaro@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x