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«Caro Matteo, facci diventare veri cittadini»

Di seguito pubblichiamo la lettera che Jobe Mansour, ragazzo sbarcato sulle coste italiane lo scorso 11 aprile, ha scritto a Matteo Renzi. La missiva sarà letta da Giovanni Manoccio, ex sindac…

Pubblicato il: 24/10/2014 – 11:41
«Caro Matteo, facci diventare veri cittadini»

Di seguito pubblichiamo la lettera che Jobe Mansour, ragazzo sbarcato sulle coste italiane lo scorso 11 aprile, ha scritto a Matteo Renzi. La missiva sarà letta da Giovanni Manoccio, ex sindaco di Acquaformosa da sempre impegnato sui temi dell’accoglienza, in occasione della quinta edizione della “Leopolda” in programma a Firenze questo fine settimana, alla presenza del premier e di altri ministri.

 

Caro Matteo,
sono uno dei tanti ragazzi che il non lontano 11 aprile del 2014 sono sbarcato insieme a tanti altri ragazzi. Volevo cogliere l occasione per ringraziare l’ Italia per averci salvato e per averci dato la possibilità di avere una casa in cui potessimo vivere. la nostra vita in Italia è incominciata tra speranza e paura. Abbiamo molti sogni da realizzare, abbiamo molto da dare a questo Paese che ci ha accolti. Chiediamo un ulteriore sforzo da parte tua, vorremmo poter ricambiare dando il nostro aiuto a voi, diventando membri attivi di questa società, lavorando e pagando le tasse come qualsiasi altra persona che vive qui. Non chiediamo lavoro ma solo la possibilità di creare un futuro migliore per noi.
Purtoppo la nostra odissea continua anche in Italia: molti miei amici hanno ricevuto un diniego e sono disperati perché sentono ancora una volta che non c’è giustizia per loro, nonostante abbiano sofferto. Caro Matteo, credimi, è davvero molto brutto quando la gente non crede alle nostre sofferenze e ci manda via con una parola che per noi è una condanna. Vogliamo solo che le nostre sofferenze vengano riconosciute per poter cosi al più presto guarire e accendere le nostre speranze per un futuro migliore. Vogliamo essere questa volta noi di aiuto a questo paese, ma chiediamo che ci venga data la possibilità di farlo. Il mio nome è Jobe Mansour scrivo questa lettera aiutato da un operatore perché il mio italiano non è ancora perfetto e la grammatica italiana è davvero difficile, ma sto imparando l’ italiano e spero la prossima volta di poter scrivere da solo. Jobe mansour.

 

Acquaformosa – 24 ottobre 2014

 

P.S. Io e i miei fratelli africani ti ringraziamo e speriamo che tu legga questa lettera e ti impegni a cambiare le cose. Ti lascio con un detto: “Se volete andare in fretta, andate soli. Se volete andare lontano, andate insieme”.

 

 

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