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FALLARA | «Bilanci falsi per calcolo politico»

REGGIO CALABRIA Perché l’allora sindaco Scopelliti avrebbe avallato «documenti contabili non veritieri»? Per un mero calcolo politico ed elettoralistico. Il Comune di Reggio era già in serie diffic…

Pubblicato il: 24/10/2014 – 11:30
FALLARA | «Bilanci falsi per calcolo politico»

REGGIO CALABRIA Perché l’allora sindaco Scopelliti avrebbe avallato «documenti contabili non veritieri»? Per un mero calcolo politico ed elettoralistico. Il Comune di Reggio era già in serie difficoltà economiche dal 2007, ma bisognava agire e operare come se nulla fosse. «La necessità di ammantare tale condizione non può che essere quella di evitare un irrigidimento dei servizi e un aggravamento delle tassazioni che avrebbero reso impopolare il sindaco del tempo, già al timone dell’ente dal 2002», scrive il giudice Olga Tarzia nelle motivazioni della sentenza che ha condannato l’ex governatore a 6 anni di carcere per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Ma i “trucchetti” messi in atto sia da Scopelliti, sia dalla dirigente del settore Finanze Orsola Fallara (morta dopo aver ingerito acido muriatico), sia dai tre revisori dei conti (anche loro condannati) non sarebbero stati privi di conseguenze, in quanto avrebbero determinato «una grave lacerazione del tessuto socio-economico cittadino, scavando un solco profondo tra i rappresentanti della comunità locale e i componenti di tale comunità, umiliati, defraudati nei loro diritti, privati del dovuto riconoscimento economico».

 

I REATI
Il sindaco Scopelliti e i tre garanti (Carmelo Stracuzzi, Domenico D’Amico e Ruggero Ettore De Medici) avrebbero, in concorso con la Fallara, contribuito a far approvare i bilanci di previsione del Comune per gli anni 2008 e 2009, nonché il rendiconto di gestione per il 2008, rappresentato il falso. Ecco come: versando all’erario, dal 2007 al 2010, le somme trattenute dagli stipendi del personale dipendente a titolo di Irpef; certificando «l’esistenza e l’ammontare dei residui attivi allo scopo di far apparire entrate (fittizie) per controbilanciare spese che altrimenti non avrebbero potuto essere iscritte nel bilancio»; mettendo in essere «la dissimulazione di un enorme ricorso all’anticipazione di tesoreria per far fronte al crescente bisogno di liquidità». Non basta. Sarebbero state accertate anche entrate inesistenti nei «servizi per conto terzi» e omesse le somme da iscrivere in bilancio relative ai debiti del Comune verso le società miste.

 

SCOPELLITI E IL FALSO
L’ex governatore è stato condannato anche per falso in atto pubblico. Il giudice Tarzia (relatori Teresa De Pascale e Filippo Aragona) ne spiega i motivi. Scopelliti, assieme alla Fallara, avrebbe effettuato illegittimamente imputazioni al capitolo di bilancio relativo a partite di giro di pagamenti per spese e contributi, facendo apparire «che ogni voce di uscita fosse giustificata da una corrispondente legittima entrata ad essa destinata», nonché per avere «falsamente» rappresentato, tra il 2007 e il 2009, l’esistenza di entrate per una cifra superiore ai 26 milioni di euro (26.331.553,96, per l’esattezza).

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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