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Traffico di droga con il Sudamerica, oltre 60 anni di carcere

Il traffico di droga proveniente dal Sudamerica gestito dalle ‘ndrine. Con questa accusa il tribunale di Paola ha condannato gli imputati del processo “Overloading”, la mega operazione condotta con…

Pubblicato il: 25/10/2014 – 8:18
Traffico di droga con il Sudamerica, oltre 60 anni di carcere

Il traffico di droga proveniente dal Sudamerica gestito dalle ‘ndrine. Con questa accusa il tribunale di Paola ha condannato gli imputati del processo “Overloading”, la mega operazione condotta contro un cartello di narcotrafficanti che prendevano le mosse dal clan Muto di Cetraro. Oltre sessanta anni di carcere per gli indagati che avevano scelto il rito ordinario. I boss erano già stati condannati in abbreviato sia in primo grado che in appello. Adesso il tribunale di Paola ha condannato anche i “gregari”. Si tratta di: Domenico Pisano (24 anni di reclusione); Luis Emilio Correa (18 anni), Roberto Donato (3 anni), Giuseppe Damiano Mistretta (2 anni e 6 mesi), Giovanni Carnevale (1 anno e 4 mesi di carcere), Luca Cirelli (8 mesi), Louis Forestieri (1 anno e 6 mesi), Fabio Ortenzi (1 anno e 2 mesi), Mario Toma (1 anno e 8 mesi), Ranieri Cosimo Toma (4 anni e 6 mesi), Ettore Salvatore Vaccaro (1 anno e 4 mesi), Alberto Vattimo (1 anno e 4 mesi), Domenico Vivone (1 anno e 10 mesi). Assolti: Agostino Iacovo, Giuseppe Marino (per non aver commesso il fatto), Ottavio Pasqua (il fatto non sussiste). Stelian State, Gerardo Giordano, Simone Mariani: tutti assolti per non aver commesso il fatto. Pena sospesa, invece, per: Luca Cirelli, Mario Toma, Ettore Salvatore Vaccaro, Giovanni Carnevale, Louis Forestieri e Alberto Vattimo. Tra le persone condannate anche un latitante: Luis Emilio Correa.

Secondo quanto ricostruito gli inquirenti gli uomini del “locale” di Cetraro rappresentati da Luigi Scornaienchi avrebbero garantito l’attività dei broker della cocaina del Vibonese e di San Luca non solo fornendo loro risorse economiche ma anche facendosi da tutori nelle loro trattative per recuperare partite di droga nel Nord Europa e in Sudamerica. Dalle indagini è emerso, inoltre, che Scornaienchi – già condannato con il rito abbreviato – riusciva a garantire partite di coca alla ‘ndrina Chirillo di Paterno Calabro e a sua volta riusciva a rifornirsi di stupefacenti in Spagna grazie a propri canali rivendendo le partite sia nel Vibonese sia a Bologna. Un vero e proprio connubio quello ricostruito dall’indagine che aveva consentito ai due clan di costruire una sorta di unico sodalizio capace di recuperare droga anche dai canali dei narcotrafficanti colombiani e venezuelani e di smistarli sul mercato nazionale.

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