Sono le intercettazioni captate dalla Procura di Reggio Calabria nell’ambito della costola madre dell’inchiesta Breakfast, che nel 2012 ha mandato a gambe all’aria la Lega e il cerchio magico di Umberto Bossi, ad aver inguaiato l’ex capo dell’anticorruzione della Procura di Milano, Alfredo Robledo. Il procuratore è stato infatti sorpreso a chiacchierare troppo e di cose troppo riservate con Domenico Aiello, soggetto da tempo considerato «di interesse investigativo» dalla Procura di Reggio Calabria, che non a caso da tempo tiene sotto controllo i suoi telefoni. Ed è proprio ascoltando l’avvocato – fattosi strada da Catanzaro alla cabina di regia del Carroccio 2.0, passando dalla City allo studio dell’avvocato Gerhard Brandstätter, presidente della fondazione della Cassa di Risparmio di Bolzano, nonché legale del partito altoatesino Südtiroler Volkspartei – che gli inquirenti reggini scoprono le strane chiacchierate fra il difensore di Maroni e quello che ai tempi era noto come il pm anti-lega.
Stando a fonti investigative, quelle conversazioni sono solo una ridottissima parte delle chiacchierate del noto legale finite agli atti dell’inchiesta Breakfast, ma gli elementi in esse contenuti sono stati ritenuti sufficientemente gravi da indurre gli inquirenti reggini a stralciare quelle intercettazioni e spedirle alla procura competente di Brescia. Marcato stretto dai segugi della Dia per ordine del pm Lombardo, Aiello è stato infatti pizzicato al telefono con il procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Un dato forse curioso per quello che è passato alle cronache come la bestia nera del Carroccio e che rimarrebbe tale se dalle conversazioni non emergessero delle ipotesi di reato che adesso toccherà ai magistrati di Brescia verificare. Robledo e Aiello infatti non solo sembrano concertare manovre destinate a colpire l’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, che proprio in quei giorni corre contro Maroni per la guida della Lombardia, ma al legale il procuratore sembra voler dare anche indicazioni su inchieste in corso.
I due parlano, l’avvocato “rimprovera” al magistrato di colpire solo la Lega, ricevendo in cambio la rassicurazione che le future indagini colpiranno anche “gli altri”, come poco dopo succederà con la Rimborsopoli lombarda. A quanto si apprende, Robledo non avrebbe fatto alcun nome, né avrebbe fornito dettagli, con Aiello si sarebbe in larga parte limitato a parlare di Albertini nei confronti del quale non si preoccupa di nascondere l’antipatia. Ma per la Dda reggina, gli elementi sono più che sufficienti perché i colleghi del distretto competente si occupino della questione. Il resto delle conversazioni di Aiello invece – per adesso – rimane top secret.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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