LAMEZIA TERME L’importanza del “nome del capo”. Forza italia, nella sua storia politica, ha sempre fatto uso a man bassa in campagna elettorale del volto di Silvio Berlusconi, e soprattutto del suo nome nel simbolo. Anche stavolta, il partito azzurro farà leva sul “brand Silvio”, capace di catalizzare anche in un momento delicato come questo: il movimento azzurro è stimato tra il 14 e il 17% a livello nazionale, ma gli ultimi sondaggi per le prossime regionali sarebbero negativi. In realtà, la strategia comunicativa, anche dal punto di vista grafico, cambia per il voto in Emilia-Romagna e in Calabria. Per il dopo Errani, Fi sosterrà il candidato della Lega, Alan Fabbri, ma non rinuncerà al suo logo e al nome di Berlusconi. Su questo punto, raccontano, si sarebbe impuntato Massimo Palmizio. Il coordinatore regionale avrebbe esplicitamente chiesto ai vertici romani forzisti di lasciare il nome del presidente azzurro nel logo, anche se il candidato comune è del Carroccio. Discorso diverso, invece, per la Calabria, dove il partito di Matteo Salvini non c’è e Forza Italia corre insieme a Fratelli d’Italia e senza Ncd: nel “marchio di fabbrica azzurro” c’è il nome del Cav, che dovrà tirare la volata a quello dell’aspirante governatore Wanda Ferro. La formula usata è quella classica: “Berlusconi per Wanda Ferro”.
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