POTENZA Tre persone sono state arrestate dai carabinieri con l’accusa di tentata estorsione – aggravata dal metodo mafioso – ai danni di imprenditori impegnati nei cantieri per l’ammodernamento del tratto lucano dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. I provvedimenti sono stati emessi al termine di indagini dei carabinieri del comando provinciale di Potenza, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia del capoluogo lucano. Hanno programmato, e poi portato a termine, una serie di intimidazioni ai danni di aziende che gestivano appalti lungo il tratto lucano dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, incendiando alcuni automezzi e arrivando a piazzare bombole del gas e un ordigno davanti all’abitazione di uno degli imprenditori (con un biglietto con la scritta ”non toccare, può esplodere”).
I particolari dell’operazione “Teseo” – delegata ai carabinieri di Lagonegro (Pz), con la partecipazione della Procura lagonegrese – sono state illustrate stamani a Potenza, nel corso di una conferenza stampa, dal procuratore della Repubblica del capoluogo lucano, Luigi Gay. Sono stati arrestati Biagio Riccio, Eugenio Torino (entrambi in carcere) e Guerino Buldo (ai domiciliari), accusati a vario titolo di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Le indagini hanno riguardato una decina di episodi che si sono verificati nell’area da maggio dello scorso anno: ordigni e bombole del gas sono stati gli strumenti principali utilizzati per intimidire gli imprenditori, arrivando anche alle minacce con gli sms, in cui si sollecitano i pagamenti (fino a settemila euro). Accanto alle intercettazioni ambientali, sono state alcune telecamere di sorveglianza ad aiutare gli investigatori: per contattare gli imprenditori, infatti, sono state utilizzate delle cabine telefoniche nei pressi di un autogrill, ma i presunti estorsori sono stati filmati mentre utilizzavano quei telefoni pubblici, e i tabulati hanno confermato queste circostanze. Ora le indagini si stanno concentrando su eventuali contatti con le organizzazioni criminali della Campania e della Calabria, ha spiegato Gay, per verificare gli scenari esistenti nel potentino. Secondo quanto è emerso fino a questo momento, nessuno degli imprenditori avrebbe pagato le somme richieste, ma in alcuni casi gli stessi avrebbero chiesto informazioni e contattati dopo le minacce ricevute. Le indagini sono durate circa un anno e gli investigatori – secondo quanto si è appreso – hanno ricevuto parziali collaborazioni da parte di alcuni imprenditori sottoposti alle minacce estorsive.
x
x