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Svimez: Calabria resta la regione più povera

CATANZARO La Calabria si conferma la Regione più povera d’Italia con un Pil pro capite che nel 2013 si è fermato a 15.989 euro, meno della metà delle Regioni più ricche come Valle d’Aosta, Trentino…

Pubblicato il: 28/10/2014 – 10:35
Svimez: Calabria resta la regione più povera

CATANZARO La Calabria si conferma la Regione più povera d’Italia con un Pil pro capite che nel 2013 si è fermato a 15.989 euro, meno della metà delle Regioni più ricche come Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Lombardia. È quanto emerge dal rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno presentato stamattina al tempio di Adriano. L’anno scorso la Regione più ricca è stata la Valle d’Aosta, con 34.442 euro, seguita dal Trentino Alto Adige (34.170), dalla Lombardia (33.055), l’Emilia Romagna (31.239 euro) e Lazio (29.379 euro). Nel Mezzogiorno la Regione con il Pil pro capite più elevato è stata l’Abruzzo (21.845 euro). Seguono il Molise (19.374 euro), la Sardegna (18.620), la Basilicata (17.006 euro), la Puglia (16.512 euro), la Campania (16.291 euro), la Sicilia (16.152 euro) e la Calabria (15.989 euro). In generale, in termini di Pil pro capite, il Mezzogiorno nel 2013 è sceso al 56,6% del valore del Centro Nord, tornando ai livelli del 2003, con un Pil pro capite pari a 16.888 euro. In valori assoluti, a livello nazionale, il Pil è stato di 25.457 euro, risultante dalla media tra i 29.837 euro del Centro-Nord e i 16.888 euro del Mezzogiorno. 

 

PIL IN PICCHIATA Secondo gli analisti dello Svimez, nel 2013 il Pil del Mezzogiorno è crollato del 3,5% (dopo il -3,2% del 2012), con un calo superiore di quasi due percentuali rispetto al Centro-Nord (-1,4%). Un dato che conferma la spaccatura del Paese ancora più forte negli anni di crisi. Tra il 2007 e il 2013 infatti il Sud ha perso il 13,3% della sua ricchezza contro il 7% del Centro-Nord. A livello regionale nel 2013 segno negativo per tutte le regioni italiane, a eccezione del Trentino Alto Adige (+1,3%) e della stazionaria Toscana (0%). Anche le regioni del Centro-Nord, sono tornate a segnare cali significativi, come l’Emilia Romagna (-1,5%), il Piemonte (-2,6%), il Veneto (-3,6%), fino alla Valle d’Aosta (-4,4%). Nel Mezzogiorno la forbice resta compresa tra il -1,8% dell’Abruzzo e il – 6,1% della Basilicata, fanalino di coda nazionale, che ha registrato un segno così negativo per la crisi dell’industria meccanica e dei mezzi di trasporto. In posizione intermedia la Campania (-2,1%), la Sicilia (- 2,7%), il Molise (-3,2%). Giù anche Sardegna (-4,4%), Calabria (-5%) e Puglia (-5,6%). Negli anni di crisi in difficoltà soprattutto in Basilicata e Molise, che segnano cali cumulati superiori al 16%, accanto alla Puglia (-14,3%), la Sicilia (-14,6%) e la Calabria (-13,3%). Ha perso oltre il 13% di prodotto anche la Sardegna. Cali superiori al 12% in Campania, Marche e Umbria. Tra le regioni del Mezzogiorno è l’Abruzzo a registrare nel periodo in questione un calo del prodotto relativamente piu’ contenuto (oltre il -8%), in linea con l’Emilia Romagna. 

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