Un erroraccio la decisione della Cgil calabrese di disertare l’incontro richiesto da Mario Oliverio. Rischia, così, di indebolire il candidato del centrosinistra e, più in generale, la deputazione calabrese del Pd proprio nel momento di massima contrapposizione ad alcuni scivoloni di Matteo Renzi e del suo governo.
Oliverio, infatti, in questi giorni ha lasciato da parte i temi della campagna elettorale per spingere ad un livello molto concreto il confronto con Renzi sulle questioni calabresi. Lo aveva già fatto in chiave politica, quando oppose un netto rifiuto alla sperimentazione di alleanze innaturali in Calabria. Lo ha rifatto ieri quando, attraverso la deputazione calabrese, ha fatto sapere direttamente al Premier che certe “sviste” non sarebbero state perdonate ed andavano immediatamente corrette. È grazie a questo tempestivo intervento che molte emergenze sono rientrate: i fondi Fas e i soldi per i forestali, giusto per fare qualche esempio. Adesso eguale sforzo serve per rimediare alla scivolata avutasi alla Camera con riferimento ai fondi necessari per la stabilizzazione del precariato.
Oliverio ha fatto sapere a Renzi e al Pd nazionale che è in atto il tentativo, in vista delle elezioni calabresi, di sobillare le fasce più deboli dell’elettorato. Unica via, questa, per aiutare un disperato recupero dell’antipolitica o di quelle «formazioni marginali» (Oliverio non cita il Nuovo centrodestra ma il riferimento è chiarissimo) che solo attraverso il caos e la disperazione possono sperare di recuperare terreno. La Cgil, può chiamarsi fuori da questo impegno? Sicuramente no e altrettanto sicuramente non è nelle sue intenzioni farlo. Tuttavia atti di diserzione come quello del mancato incontro con il candidato alla presidenza della Regione Calabria, rischiano di produrre proprio questo risultato.
pa. po.
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