LAMEZIA TERME Corre con Mario Oliverio il Nuovo Cdu guidato da Mario Tassone che oggi ha ufficializzato i suoi candidati. Ventiquattro volti in tutto: 9 per il collegio nord, 8 per il centro e 7 per il sud.
Una decisione, quella di affiancare il candidato del Pd che, viste le derivazioni democristiane del partito, può sembrare quantomeno stonata, ma che Tassone ha motivato con un’affermazione secca, che ha legittimato una scelta «fatta – ha riferito – per inaugurare una discontinuità con il passato. Abbiamo guardato al terreno della sinistra, perché preferiamo persone che hanno questa formazione agli egoisti e traditori di destra». Pesante, dunque, la stoccata verso Forza Italia e la sua candidata Wanda Ferro: «A lei – ha riferito ancora Tassone – non rimprovero nulla, ma bisogna capire come pensa di fare la presidente con una lista camuffata che ospita al suo interno uomini di Scopelliti. Non avrei mai potuto sostenerla – ha proseguito – soprattutto perché con questo esperimento, che si propone di varcare la soglia del 4 per cento, riprenderemo prima di tutto la nostra lotta contro il “modello Reggio”».
Scelta ribadita, peraltro, dal coordinatore regionale Dionisio Gallo: «Dalla maggioranza – ha affermato – non c’è stato alcun accenno al fallimento della politica regionale che ha portato la Calabria a essere fanalino di coda. Si tratta – ha continuato – di una mancanza dannosa di auto-critica, che ci allontana ulteriormente da loro e ci avvicina a Oliverio, con cui abbiamo delle corrispondenze ideologiche».
Di ideologia e soprattutto solidarietà, di certo, non è frequente sentirne parlare all’interno di un’incontro politico. Il concetto, invece, Tassone l’ha ribadito a più riprese, parlando della «brutta Calabria» che conosce solo «opportunismo, utilitarismo», autentiche piaghe nei riguardi di cui Cdu mira a raggiungere una politica di rottura. «L’interesse personale nel nostro partito esiste – ha ammesso Tassone – ma è accompagnato da quello verso il territorio. Lo abbiamo dimostrato con scelte coerenti e dignitose e infatti, a differenza di altri, non abbiamo bussato a nessuna porta».
Chiari i riferimenti ai partiti concorrenti, e ancora più lampanti quelli al candidato di “Alternativa popolare” Nico D’Ascola: «Abbiamo avuto le sue attenzioni – ha detto ancora Tassone – e abbiamo avuto il piacere di scoprire quanto sia un ottimo avvocato. Lo ricordiamo come difensore di Scopelliti, mentre adesso si è abilmente riciclato come suo accusatore».
Ma, tolta di mezzo la polemica politica, la risalita, ha detto Tassone, «non passa per la scelta del presidente» o, almeno, non esclusivamente. «Non è certo così – ha affermato ancora Tassone – che cancelliamo la criminalità o i problemi, e a chi lo pensa o lo dice guardo con disincanto».
L’antidoto del Cdu è invece quello spiegato da Dionisio Gallo: «Il rilancio del territorio – ha detto – passa principalmente dal lavoro, diritto che in Calabria sembra essere tramontato. Vogliamo che invece sia il primo punto dell’agenda di Oliverio, e a questo fine continueremo a interagire con i sindacati».
C’è poi la questione della Sanità: «Nella nostra regione – ha detto ancora Gallo – non è garantito il diritto alla salute, perché risparmio non fa necessariamente rima con qualità. Vogliamo andare nella direzione di un piano della Sanità che soddisfi le esigenze dei cittadini, con un abbattimento dei costi che possa avvenire, per esempio, per mezzo della riduzione del numero di bandi e che vada, invece, a rimpolpare le risorse che vanno al personale e alle competenze». Pensano, infine, i candidati di Cdu, alla tutela del territorio e dell’Ambiente, «soprattutto alla luce dei recenti scandali». Una «battaglia» che passa principalmente dai tre punti elencati dal coordinatore regionale, ma che alla fine si unisce nel proposito, ha concluso Tassone, «di liberare i calabresi da ogni giogo».
Zaira Bartucca
z.bartucca@corrierecal.it
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