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Lanzetta: è il mio lavoro a essere invisibile

«L’azione del mio ministero è tutta concentrata sulla realizzazione della cosiddetta legge Delrio… per capirci: riordino territoriale, unione e fusione dei Comuni… ecco, noi stiamo seguendo que…

Pubblicato il: 02/11/2014 – 9:10
Lanzetta: è il mio lavoro a essere invisibile
«L’azione del mio ministero è tutta concentrata sulla realizzazione della cosiddetta legge Delrio… per capirci: riordino territoriale, unione e fusione dei Comuni… ecco, noi stiamo seguendo questo processo». Il ministro degli Affari regionali ed ex sindaco di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta, spiega a Fabrizio Roncone del Corriere della Sera che non è lei a essere un ministro invisibile, ma che il suo lavoro è un «lavoro di raccordo, un’attività buia e invisibile». «Non sono io a essere diventata invisibile – racconta – siete voi giornalisti che non mi avete mai voluta intervistare. E perché non mi intervistate?. Forse perché la ministra per gli Affari regionali non è che scateni poi chissà quale interesse. E lo capisco, guardi, non è che faccio polemica. Da sola capisco che magari per voi è più interessante una Boschi, che segue tutte le riforme, che cura i rapporti con il Parlamento… È normale. Non mi arrabbio, no». Ma Renzi è soddisfatto del suo lavoro: «Pensi che quest’anno, per la prima volta, ho anche partecipato alla Leopolda. Bellissima esperienza, sì. Avevo persino un tavolo… “Rete dei Comuni per le buone pratiche amministrative per la legalità”. Lo so, titolo un po’ contorto, ma di successo. Hanno partecipato anche molti amministratori importanti… c’erano quelli di Sesto Fiorentino…». Lei che era una civatiana: «Effettivamente, alle ultime primarie votai per Civati. Guidai la sua lista a Vibo Valentia e Reggio Calabria e da lì, poi, arrivai alla Direzione nazionale…». 
Apprezza molto il premier: «Interpreta, alla perfezione, il bisogno di speranza che hanno gli italiani». 
Renzi come si comporta durante i Consigli dei ministri?, le chiede Roncone. «Oooh… Parla, parla tantissimo… è un vulcano di idee… comunque, quando poi qualcuno di noi ministri vuol dire qualcosa, uno alza la mano e lui ci fa parlare…. Non ci ha mai tolto la parola, mai. Finora, giuro, non è mai successo». A Palazzo Chigi, in Consiglio, lei è tra le ministre più affascinanti: «Ho la Madia a sinistra e la Boschi a destra. Due ragazze deliziose, mi creda». 
Non ha alcun imbarazzo nell’essere diventata ministro dopo aver lasciato il Comune di Monasterace in un mare di debiti: «Qui mi vogliono ancora tutti bene e mi rispettano. E sa perché? Perché conoscono la mia onestà e…. I debiti li trovai. Appena mi insediai, trovai i conti del Comune in rosso, tremendamente in rosso. Ci pensai un po’ e presi una decisione: voglio provare a risanare questo Comune. Purtroppo non ci sono riuscita. Sono coraggiosa e lo ammetto». 
Non le piace l’etichetta di sindaco anti ‘ndrangheta: «No, aspetti… ‘ndrangheta? Io non ho mai parlato di ‘ndrangheta. Non l’ho fatto perché per dire una cosa del genere bisogna avere le prove. E io, finché non ho le prove, non parlo. Sono sotto scorta. Ma la utilizzo solo per spostamenti necessari. Per dire: ho il mare a cento metri, ma non ci vado. Ecco…». 
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