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Mario Congiusta «Niente giustizia per la morte di mio figlio per colpa di vuoti legislativi»

REGGIO CALABRIA«Una civile protesta, per la scarsa considerazione che la politica e le istituzioni hanno nei confronti dei cittadini che chiedono che vengano colmati vuoti legislativi di particolar…

Pubblicato il: 03/11/2014 – 20:41
Mario Congiusta «Niente giustizia per la morte di mio figlio per colpa di vuoti legislativi»

REGGIO CALABRIA«Una civile protesta, per la scarsa considerazione che la politica e le istituzioni hanno nei confronti dei cittadini che chiedono che vengano colmati vuoti legislativi di particolare importanza per la giustizia e per l’incolumità delle persone». Così Mario Congiusta, padre di Gianluca, giovane imprenditore sidernese freddato nel maggio 2005 in un agguato, ha definito la decisione di restituire al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, la propria tessera elettorale. Congiusta non si rassegna al fatto che il vuoto legislativo sull’utilizzazione processuale della corrispondenza come prova a carico abbia consentito una scappatoia al boss Tommaso Costa – identificato in primo e secondo grado come il mandante dell’omicidio del figlio – ma oggi nuovamente alla sbarra in appello, dopo il rinvio deciso dalla Cassazione. «E’ facilmente comprensibile che, se il vuoto normativo non viene tempestivamente eliminato – afferma Congiusta – il crimine organizzato continuerà ad avere a sua disposizione un mezzo di comunicazione, semplice ma efficace e, soprattutto, assolutamente inviolabile dagli organi inquirenti, che consentirà, ad esempio, anche ai “boss” detenuti, di continuare ad impartire ordini e direttive agli affiliati». Un segnale d’allarme già rivolto – ma fino ad oggi neanche preso il considerazione – al premier Matteo Renzi e alla presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi. «Non posso sapere come finirà il processo che mi riguarda, ma di un fatto sono certo, che a distanza di quasi dieci anni, corro il rischio di non avere quella giustizia che mi è dovuta per colpa grave di chi è preposto, e pagato, a legiferare e colmare vuoti segnalati».

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