LAMEZIA TERME «Vincerò contro le liste forti e il trasformismo». Wanda Ferro pronuncia queste parole mentre alle sue spalle campeggia una diapositiva, omaggio di un militante: lei circondata da giovani, bambini, gente comune; accanto Oliverio con l’esercito della “vecchia politica”, imbarcati – sottintende Wanda – nel progetto del candidato del centrosinistra. Ed ecco i volti di Nicola Adamo, Peppe Bova, Enzo Sculco, Agazio Loiero. WF ricorda l’invito fatto a Oliverio di «chiudere le porte ai transfughi». Ma così non è stato, «e in tanti sono stati accettati». È forse una delle poche note polemiche della giornata lametina dell’aspirante governatrice del centrodestra, attorniata da tutto lo stato maggiore di Forza Italia, di FdI-An e da altri – alcuni inattesi – ospiti d’onore. Preventivata la presenza dell’europarlamentare e “consigliere politico” di Berlusconi, Giovanni Toti. Un po’ meno quella di Pippo Callipo. L’imprenditore del tonno è stato chiamato al “banco della presidenza”, spinto dagli applausi scroscianti della platea azzurra. Callipo, alle regionale del 2010 candidato alla presidenza a capo del “terzo polo”, ha definitivamente fatto la sua scelta di campo. «Se vincerai tu, vinceremo noi – dice rivolto alla Ferro –. Per la Calabria è l’ultima possibilità di rialzarsi». WF incassa il sostegno e va avanti, non senza dimenticare di tributare un “saluto” carico di significato a Bernardo Misaggi, il medico di fiducia della madre di Berlusconi che, sempre nel 2010, era in predicato di guidare la coalizione di centrodestra a scapito di Peppe Scopelliti. Un’altra storia.
Adesso Fi, la rediviva Casa della libertà e Fratelli d’Italia puntano su Wanda, la prima donna in Calabria ad ambire a Palazzo Alemanni. «Il regionalismo ha fallito – spiega l’ex commissaria della Provincia di Catanzaro –, e la riscossa passa dall’avere le mani libere, senza assumere impegni che non si possono mantenere». Servono «scelte forti e di libertà», come dimostra la decisione di correre alle elezioni con sole tre liste a supporto. Una scelta spiegata dalla coordinatrice regionale di Fi, Jole Santelli: «Le nostre liste non sono un insieme di numeri, ma sono consequenziali a un progetto. Abbiamo scelto le persone una per una. E bisogna domandarsi perché certi personaggi non ci sono, nonostante avessero grandi preferenze. Abbiamo preferito dire di no, perché crediamo che la Calabria sia maturata».
La “calata” di Toti in Calabria certifica la vicinanza di Berlusconi a WF e la condivisione del percorso intrapreso. L’europarlamentare entra a piedi uniti nella polemica politica regionale quando mette a paragone le scelte “elettoralistiche” di Ferro con quelle del suo competitor: «Oliverio non mette la sua faccia nei manifesti? È simbolico. Noi ci mettiamo la faccia sorridente di Wanda, mentre dall’altra parte c’è il mondo tipicamente dei “senza faccia” del compromesso e degli inciuci». Toti è sicuro della vittoria del centrodestra, «solo che vogliamo vincere in un altro modo, prendendo impegni solo con i calabresi». Per il centrodestra e per Forza Italia le consultazioni del 23 novembre possono rappresentare un crocevia: «Le accuse del processo Ruby sono cadute, anche se abbiamo pagato un prezzo gigantesco in termini umani e politici. Ora scopriremo pure che la legge Severino che ha fatto decadere Berlusconi dal Senato è incostituzionale, ma nel frattempo ha cambiato la storia di questo Paese. Il centrodestra ora può essere una vera alternativa a Renzi e al centrosinistra, a partire dalla Calabria». Dove Toti – a differenza dell’Emilia, dove l’esito sembra scontato – è davvero «convinto di farcela». Wanda Ferro «gode della piena fiducia di Berlusconi», continua l’ex direttore di Studio aperto, che racconta di quel pomeriggio ad Arcore «a organizzare la candidatura, prendendo appunti nei foglietti a quadretti. A un certo punto il presidente ci ha lasciati stremato».
Un progetto forte dell’appoggio dell’ex premier ma soprattutto – spiega WF – di quello dell’«esercito degli uomini e delle donne». Non solo, anche di quello dei renziani “delusi”, «che non si riconoscono nell'”anti-Renzi” Oliverio».
«La scelta – sottolinea la Santelli – è tra due opzioni: la nostra, che con Wanda Ferro è rivolta al futuro, e quella di Oliverio, che è quella di chi ha gli occhi rivolti al passato».
Guarda avanti anche il coordinatore di FdI, Gianfranco Turino, sicuro che «il generale Ferro» possa rappresentare «il reale cambiamento». «Wanda – ribadisce il parlamentare meloniano Fabio Rampelli – è l’alfiere di una fase nuova».
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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