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Dirigenti, qualche quesito per Antonella Stasi

CATANZARO Tiriamo le somme. Secondo i mega dirigenti della Regione Calabria Tassone, Nucara e Longo, non sono loro a dover dare conto ma anzi sul banco degli imputati ci deve finire l’ispettore del…

Pubblicato il: 04/11/2014 – 14:19
Dirigenti, qualche quesito per Antonella Stasi

CATANZARO Tiriamo le somme. Secondo i mega dirigenti della Regione Calabria Tassone, Nucara e Longo, non sono loro a dover dare conto ma anzi sul banco degli imputati ci deve finire l’ispettore del Mef, Mosella, perché ha torto marcio ed anzi avrebbe agito per vendicarsi con la Regione Calabria per non avere superato, nel 2007, le selezioni preliminari ambendo, il Mosella, ad un incarico dirigenziale presso la stessa Regione Calabria.

A parte il fatto che basterebbe dare una rapida occhiata alla dirigenza regionale by “modello Reggio” per comprendere bene quanto sia possibile che i migliori restino fuori e solo il fedelissimi entrino nella burocrazia calabrese, cosa c’entra il percorso personale dell’ispettore Mosella con i soldi presi a paccate ed illecitamente dai grandi sacerdoti di Palazzo Alemanni e dintorni? Antonella Stasi, reggente quel che rimane del governo Scopelliti e del “modello Reggio” concorda con i contenuti della nota redatta dai “suoi” alti dignitari?

Tutto questo se da un lato rende ancora più urgente una rapida conclusione delle indagini aperte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, che sembra pensarla assai diversamente dai dirigenti regionali, dall’altro pone un problema istituzionale e politico. Istituzionale, perché se tutto è in regola e se le somme pagate ai dirigenti finiti nelle contestazioni dell’ispettorato del Mef erano dovute, diventa difficile capire perché la stessa Regione ha avviato, all’indomani dei risultati ispettivi, azione di recupero delle somme versate ad alcuni dirigenti (anche questo appare singolare: perché solo alcuni e non tutti?).

Politico, perché l’avere scelto di andare oltre le controdeduzioni per inserire, in un documento ufficiale, anche annotazioni strettamente personali, quali il riferimento velenoso ad un “intento vendicativo” dell’ispettore Mosella, porta allo scontro tra chi ha la rappresentanza della Regione Calabria a meno di venti giorni dalle elezioni e chi rappresenta il governo nazionale, in una fase in cui dal premier Renzi arrivano richiami allo “scialacquo di risorse” imputabile alle regioni. Certamente sulla “distrazione” che una campagna elettorale inevitabile comporta rispetto ai vertici politici e istituzionali della Regione, deve essere apparso come un clima ottimale per elevare fatti personali, oggetto di indagini anche della magistratura penale, a motivi di scontro istituzionale. Il che francamente è intollerabile.

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