«Le alternative possibili per i calabresi che voteranno il 23 novembre sono tra il programma di Nico D’Ascola, che noi sosteniamo, e quello di Mario Oliverio, per il centrosinistra. Si tratta di un confronto tra due filoni che si inseriscono nel solco del popolarismo e del progressismo europeo. Gli altri candidati, con tutto il rispetto, parlano solo di aria fritta». Lo ha detto Pino Gentile, capolista di Ncd a Cosenza e assessore regionale uscente.
«Capisco che i toni della campagna elettorale siano sempre esasperati – dice Gentile – ma vedo in giro tanta demagogia: c’è chi affronta le questioni dicendo di essere il nuovo e ha incarichi istituzionali da quasi vent’anni. Non è il razzismo anagrafico che può fare la differenza».
Gentile parla di «un centrosinistra che legittimamente punta ad avere i voti dei progressisti, mentre noi con D’Ascola ci candidiamo ad avere i voti di quelle persone che credono nella famiglia, che dicono sì ai diritti ma no ai matrimoni gay, che rispettano la dignità della vita di ognuno, ma pensano che regioni come la Calabria non possano ospitare più immigrati vista la povertà che c’è in loco. In mezzo – si legge in una nota – ci sono i temi comuni che riguardano D’Ascola e Oliverio allo stesso tempo: la stabilizzazione dei precari, la questione degli Lsu, l’utilizzo agevole e non più farraginoso dei fondi europei per aiutare le famiglie in difficoltà».
Gentile parla della sua esperienza e dice di essersi ricandidato «per difendere questi valori e la mia provincia. Non sono un campanilista, anzi odio chi vuole dividere questa regione, ma Cosenza ha bisogno di attenzione e di uno slancio vitale».
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