REGGIO CALABRIA Non si conforma al quadro accusatorio che lo vede al centro di una fitta rete che ne ha garantito per anni la latitanza, non accetta le accuse che a suo carico hanno formulato i pm, tanto meno quello che di lui hanno dichiarato diversi testimoni, per questo Domenico Condello – il cugino e per lungo tempo braccio destro del superboss Pasquale Condello – ha chiesto e ottenuto di rendere spontanee dichiarazioni. Appuntamento rimandato dal collegio al prossimo 24 novembre, quando – all’esito della produzione documentale annunciata tanto dalla pubblica accusa come dalle difese – verrà formalmente chiusa l’istruttoria dibattimentale. Dopo toccherà al pm Rocco Cosentino, in sede di requisitoria, tirare le fila della lunga istruttoria dibattimentale del procedimento Reggio Nord-Lancio, scaturito dall’inchiesta coordinata dal pm Giuseppe Lombardo, che ha permesso di ricostruire sia gli interessi economici del clan Condello e la rete di professionisti e imprenditori che per anni hanno consentito alla cosca di continuare a macinare profitti, sia la rete di protezione di cui avrebbe goduto Domenico Condello, cugino del superboss Pasquale, arrestato dopo una ultradecennale latitanza. Nella rete tessuta prima con l’operazione Reggio Nord, quindi con Lancio, che ne è la naturale prosecuzione, sono caduti la moglie, gli zii, i cognati, il nipote, il padre e le sorelle dell’allora superlatitante Domenico Condello, così come gli uomini e le donne che per la Dda lo hanno per anni nascosto. Tra loro c’era anche c’era anche Giuseppa Cotroneo – “commare Pina” per Micu u Pacciu – suocera del fratello Pasquale (omonimo del boss detto il “Supremo” arrestato nel febbraio del 2008) che ne ha sposato la figlia Bruna Nocera. Un arresto che avrà effetti a cascata anche sull’allora giunta comunale. Una delle figlie di “commare Pina” è la compagna di Luigi Tuccio, ex assessore all’Urbanistica del Comune di Reggio Calabria, che proprio a causa delle polemiche seguite all’esplosione del caso è stato costretto a rassegnare le dimissioni ed è stato anche bollato come incandidabile dai giudici di primo e secondo grado del Tribunale di Reggio Calabria. Sentenza che non gli ha vietato però di riproporsi oggi come aspirante consigliere regionale.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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