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“Crimine tre”, per i presunti ras del narcotraffico 180 anni di carcere

LOCRI Dodici condanne a complessivi 180 anni di reclusione e multe per circa 740 mila euro sono state disposte dal Tribunale di Locri al processo “Solare 2 – Crimine 3”. Una sentenza che ha pi…

Pubblicato il: 11/11/2014 – 7:35
“Crimine tre”, per i presunti ras del narcotraffico 180 anni di carcere

LOCRI Dodici condanne a complessivi 180 anni di reclusione e multe per circa 740 mila euro sono state disposte dal Tribunale di Locri al processo “Solare 2 – Crimine 3”. Una sentenza che ha più che dimezzato le richieste che ammontavano a 400 anni di carcere e 2 milioni di euro di multa, per reati in materia di droga e altro.
Il rosarnese Vincenzo Pesce (cl. 59) ha subito la condanna più elevata (30 anni di reclusione). La condanna di Herman Velez Balcazar, detto “Chino”, al momento rimane solo sulla carta perché l’imputato di origine dominicanè risulta irreperibile. Ci sono poi Giulio Loccisano ( 18 anni e 6 mesi) e Mario Martino (12 anni e 6 mesi), entrambi di Gioiosa Jonica.
Condannati anche i cugini omonimi Michele Oppedisano, nipoti “don Mico”, uno di di 44 e l’altro di 45 anni, ritenuti a vario titolo coinvolti nel narcotraffico. Condanna pesante per Edmundo José Salazar inteso “Mundo” ( 17 anni e 6 mesi), colui che per la Procura distrettuale avrebbe gestito le ordinazioni e lo smistamento di un carico di stupefacenti che doveva essere importato dal Sudamerica.
Assolti sette imputati, tra cui Domenico Oppedisano (cl. 30) detto “don Mico”, ritenuto il “capo crimine di Polsi”, come indicato dalla sentenza “Crimine”. Nei confronti dell’anziano rosarnese l’ufficio di Procura aveva chiesto 30 anni di reclusione per reati di droga.
Tra le assoluzioni più rilevanti da sottolineare quelle di Giuseppe Andrea Grasso, (avvovati Valentino, Terranova e Labate), e Rinaldo Gangeri, (avvocati Albanese e Meduri), il primo responsabile della “Diamante fruit srl”, il maggiore importatore di frutta esotica dal Sudamerica in Italia, e il secondo responsabile della società di spedizioni “Alm” operante nel Porto di Gioia Tauro.
Assolto poi con formula piena Vincenzo Commisso (cl. 44): gli avvocati Francesco Commisso e Riccardo Misaggi hanno rilevato l’erronea identificazione dell’imputato.

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