LAMEZIA TERME Sarebbe una regione che prende dall’esterno penalizzando quanto già ha, la Calabria che decide di assumere risorse umane altrove piuttosto che offrire occupazione alle proprie. Piegata, per quanto riguarda l’amministrazione del massimo ente, dalle “assunzioni sospette”. Così si può riassumere l’analisi di Luciano Vasta, componente dell’Unione sindacale di base-Pubblico impiego della Calabria, che facendosi portavoce del sodalizio di riferimento, ha parlato di una situazione che «genera indignazione».
«La nostra regione – ha detto – non cessa di stupire assumendo con scorciatoie ed espedienti nuovo personale, ma continua nel contempo a ignorare e penalizzare i propri dipendenti. Non è davvero più tollerabile – ha continuato Vasta – mortificare i lavoratori colpiti dall’indifferenza da parte dei vertici che dura ormai da anni: 100 giovani laureati due anni fa, 28 precari della struttura “Audit” a partire al prossimo primo dicembre, oltre a numerosi lavoratori che sono singolarmente transitati nei ruoli della regione, tutti assunti con alte qualifiche professionali: la motivazione è sempre la stessa, carenza di personale nell’area direttiva».
«Eppure – continua Vasta – nel 2008, per circa 350 lavoratori laureati e diplomati, inquadrati da precari nelle aree “d” e “c”, la sorte è stata ben diversa: assunti fa tempo indeterminato dopo innumerevoli vicissitudini, sono stati incredibilmente inquadrati non nelle loro qualifiche, ma in quella iniziale “b1”. Da architetti, ingegneri, laureati in varie discipline e diplomati, si sono visti equiparati a dei commessi. La professionalità acquisita con gli studi e con l’esperienza, è stata, quindi, messa in un cassetto senza alcun riguardo. Lo stesso avviene per tanti altri lavoratori, che potrebbero facilmente ricoprire quegli incarichi».
«Ma se c’è carenza nelle aree superiori – si è domandato il componente della Usb regionale – perché assumere personale dall’esterno anziché utilizzare le tante professionalità già presenti nell’organico? Verrebbe da pensare che, in occasione delle scadenze elettorali, si accentui la tendenza ad assumere atteggiamenti clientelari. Inoltre, è più comodo utilizzare e sfruttare questi 350 lavoratori impegnandoli in mansioni più importanti, pagandoli però come B1».
«Riteniamo – continua Vasta – che sia giunta l’ora di far smettere questo scempio di assunzioni quanto meno sospette e, nel contempo, ridare dignità ai lavoratori già in organico nella regione. Alla nuova giunta che guiderà la Calabria, chiediamo sin d’ora l’attivazione di uno specifico tavolo tecnico tra la Usb e Regione, per l’individuazione degli strumenti per il riconoscimento delle professionalità già presenti all’interno dell’organico. La nostra pazienza e quella di tutti i lavoratori della regione Calabria è davvero terminata, c’è molta rabbia e chi si appresta a guidare la nuova giunta – conclude Vasta – con questa rabbia dovrà fare i conti».
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