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Quei legami di Lazzaro con le 'ndrine

TORINO Avrebbe anche legami con la ‘ndrangheta Ferdinando Lazzaro, l’ex titolare della Italcoge arrestato dai carabinieri del Ros di Torino per turbativa degli incanti. L’imprenditore, noto pe…

Pubblicato il: 14/11/2014 – 10:56
Quei legami di Lazzaro con le 'ndrine

TORINO Avrebbe anche legami con la ‘ndrangheta Ferdinando Lazzaro, l’ex titolare della Italcoge arrestato dai carabinieri del Ros di Torino per turbativa degli incanti. L’imprenditore, noto per essere stato aggredito nel giugno 2011 da attivisti del movimento No Tav, è accusato di aver sottoscritto una fidejussione falsa da 250mila euro per consentire alla Italcostruzioni di acquistare la Italcoge, azienda fallita impegnata in passato anche nei lavori della Torino-Lione. Indagato anche uno dei curatori fallimentari della Italcoge.

Le indagini nei confronti di Lazzaro, che dopo l’aggressione dei No Tav era stato anche in televisione, sono scattate in seguito all’esposto del presidente del comitato dei creditori dell’Italcoge, avvocato Bongiovanni, in cui si segnalava alla Procura della Repubblica che dopo l’asta fallimentare non erano mai state versate le rate né dell’affitto né del prezzo, e che il curatore non avesse escusso la fideiussione. Le ricerche svolte dalla sezione di polizia della Procura e dai carabinieri del Ros hanno portato gli investigatori a rinvenire la polizza fideiussoria, originariamente introvabile, e ad accertare che il Consorzio che l’aveva apparentemente emessa era in realtà inesistente. Il gip ha ritenuto che sussistesse il pericolo che Lazzaro, nella sua veste di imprenditore, potesse commettere reati analoghi a quelli contestati, partecipando ad altre gare od aste pubbliche. Sono state eseguite perquisizioni negli uffici di Lazzaro e del curatore fallimentare indagato. 

L’inchiesta si affianca ad altre due indagini che riguardano la Torino-Lione. Una di queste, ribattezzata operazione San Michele, è gestita dai Ros e riguarda le infiltrazioni della ‘ndrangheta. Lazzaro è indagato anche in questo procedimento. Dopo aver acquisito la Italcostruzioni, il suo obiettivo sarebbe stato quello di riottenere nuovi lavori al cantiere di Chiomonte. In particolare, quelli del trasporto dello smarino, il materiale di scarto del tunnel esplorativo della Maddalena. Lanzaro si sarebbe accordato, per gestire l’affare, con Giovanni Toro, arrestato il 1 luglio del 2014 assieme ad altri presunti ‘ndranghetisti. Toro, legato della ‘ndrina della famiglia Greco, era riuscito ad appropriarsi di una cava in una zona strategica della Val di Susa, tra i comuni di Chiusa di San Michele e Sant’Ambrogio. Un luogo pronto per essere usato, forse, per nascondere rifiuti pericolosi provenienti dal cantiere della Tav. E sarebbe stato proprio Lazzaro a chiedere a Toro di poter usare la cava per nascondere il materiale sospetto.

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