LAMEZIA TERME Poche righe date in pasto alle redazioni nell’ultima domenica che precede il voto. Tante quante ne bastano per ingenerare un “procurato allarme” politico-istituzionale. Il senatore alfaniano Giovanni Bilardi ci prova. Cerca di far passare il messaggio che, tra i candidati a governatore, verrà eletto solo quello della coalizione vincente mentre gli altri resteranno a bocca asciutta. Un messaggio neanche troppo subliminale per ribadire che quello dato al candidato che arriverà per secondo non sarà un “voto utile”. Improbabile che si riferisca a Mario Oliverio, a cui invece Ncd – nelle scorse settimane per bocca dei fratelli Gentile – aveva lanciato un invito a ritrovarsi in consiglio regionale dopo le elezioni. Invito già declinato dal candidato del centrosinistra. E allora non resta che pensare a Wanda Ferro, visto anche che in questa (poco) infuocata campagna elettorale per le regionali il vero bersaglio di Ncd sembrano essere gli ex amici ed ex compagni del Pdl, poi transitati in Forza Italia.
Questo lo scenario in cui è maturata la dichiarazione del senatore calabrese, che però commette un errore fatale: quello di avventurarsi in un terreno, quello giuridico, che non gli appartiene.
Così, il medico di Ncd spiega che «le modifiche apportate il 16 ottobre 2014 alla legge regionale 1/2005 hanno comportato l’eliminazione della norma desunta dalla legge costituzionale 1/1999, per cui il candidato a presidente della coalizione che arriverà seconda non entrerà in consiglio regionale». In realtà, la modifica allo Statuto approvata a Palazzo Campanella lo scorso giugno, specifica che i consiglieri regionali eletti in Calabria saranno trenta (in tale cifra viene ricompreso il miglior competitor del governatore eletto) oltre il presidente della giunta. In particolare viene specificato che il numero di consiglieri assegnati ed eletti sulla base di liste provinciali concorrenti sono ventiquattro mentre i restanti sei accederanno nell’Astronave con sistema maggioritario in base ai voti conseguiti da liste regionali.
Altro particolare di cui tenere conto: come può una norma di rango ordinario, peraltro regionale, può derogare a una di rango costituzionale? Bilardi tuttavia prosegue: «Entrerà come trentunesimo consigliere solo il governatore eletto. Un brutto colpo per chi ha voluto costruire intorno a sé un’Armata Brancaleone al solo scopo di entrare nell’Assemblea e che dovrà rassegnarsi a rimanere fuori».
Quello di Bilardi, tuttavia, appare solo un falso allarme. Probabile, dunque, che il sasso gettato nello stagno dall’uomo dei fratelli Gentile in riva allo Stretto non smuova le acque.
an. ri.
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