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Unindustria ai candidati: fermare il declino

CATANZARO «Il declino non si arresta senza assunzioni di precise e vincolanti responsabilità individuali e collettive. La grande recessione nella quale siamo immersi da molti anni richiede atti di …

Pubblicato il: 17/11/2014 – 15:10
Unindustria ai candidati: fermare il declino

CATANZARO «Il declino non si arresta senza assunzioni di precise e vincolanti responsabilità individuali e collettive. La grande recessione nella quale siamo immersi da molti anni richiede atti di generosità generalizzati». Con queste considerazioni inizia il documento presentato ai candidati alla presidenza della Regione che hanno manifestato disponibilità a incontrare gli industriali calabresi. «Dare prima di chiedere – prosegue il documento – sarà l’imperativo per tutti. La trappola del sottosviluppo non si rompe se si continua a stare fermi in attesa che gli altri si muovano. Bisogna muoversi, fare, esporsi, indipendentemente da ciò che fanno gli altri. Solo così può crescere la fiducia, la risorsa più importante per la ripresa. È questo lo spirito che anima Unindustria Calabria». Nel documento per il “nuovo corso” della massima istituzione regionale, i presidenti delle cinque associazioni territoriali della Calabria, Natale Mazzuca di Cosenza, Daniele Rossi di Catanzaro, Michele Lucente di Crotone, Andrea Cuzzocrea di Reggio Calabria e Antonio Gentile di Vibo Valentia, evidenziano come non ci siano più alibi perché «oggi più che in passato lo sviluppo e l’occupazione dipendono dalla solidità delle imprese esistenti e dalla nascita di nuove imprese». Unindustria Calabria non chiede politiche di favore o provvedimenti per la concessione di incentivi in maniera indiscriminata. Aspira a lavorare e a far crescere le imprese in un contesto istituzionale adeguato, stabile, snello, imparziale ed incoraggiante. Migliorare il contesto è una condizione essenziale per lo sviluppo economico e civile, per accelerare il cambiamento e per innescare in maniera strutturale il circolo virtuoso della crescita. I «dieci punti per la crescita e lo sviluppo» che caratterizzano il documento di Unindustria Calabria si articolano, innanzitutto, con «l’offerta degli industriali calabresi» per poi auspicare cambiamenti e innovazioni profonde in tutti gli attori istituzionali, in primo luogo la Regione. «La salvaguardia idrogeologica – sottolineano i presidenti Mazzuca, Rossi, Lucente, Cuzzocrea e Gentile – rappresenta una precondizione imprescindibile per garantire la sicurezza dei cittadini, del patrimonio ambientale e culturale così come le attività economiche ed imprenditoriali. La Calabria ha bisogno di uno straordinario piano di manutenzione per la messa in sicurezza di abitati, fiumi, boschi e mare, di interventi programmati di tutela territoriale attiva. Ripartire da ciò che abbiamo e dalle risorse locali colpevolmente mal utilizzate. Questa la seconda riflessione che parte dalla considerazione che la Calabria è dotata di un ampio e variegato patrimonio di risorse naturali, culturali, umane e imprenditoriali in attesa di valorizzazione integrata tanto settoriale che intersettoriale. «Pensare le politiche – dicono ancora gli industriali – programmare e realizzare le azioni e gli interventi in una logica di filiere funzionali tra piu’ settori e piu’ attori per connettere risorse, imprese ed opportunità per costruire reti di produttori e reti territoriali, non interventi per singole imprese e luoghi solitari». L’auspicio di Unindustria Calabria va nella direzione del buon funzionamento delle strutture pubbliche che impattano sulla vita quotidiana: comuni, trasporti, scuole, ospedali, uffici. È necessario mettere al centro i cittadini e i loro bisogni di certezza dei tempi, delle norme, delle procedure, della giustizia civile. «Di fatto – dichiarano i vertici di Unindustria Calabria – i fondi comunitari rappresentano le risorse pressoché esclusive per finanziare la crescita economica e l’inclusione. Fare bene insieme è spesso un modo per conseguire esiti più efficienti ed efficaci per soluzioni di rango superiore. È urgente trovare nuove modalità organizzative per velocizzare la spesa a valere sui fondi comunitari, evitando il doloroso e mortificante fenomeno del disimpegno di risorse finanziarie per incapacità a spendere. Così come è urgente e non rinviabile un deciso salto di qualità della capacità burocratica ed amministrativa della Regione e degli altri enti pubblici territoriali».

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