CURINGA È un danno che si aggirerebbe attorno ai 150mila euro quello che ignoti hanno causato alle aziende di cui sono soci Eugenio e Sebastiano Sgromo. Un furto ingente, scoperto e denunciato ai carabinieri proprio da quest’ultimo che, stamattina, arrivato in località Favarelle dove ha sede la società Ifit, si è subito accorto che qualcuno nottetempo si era introdotto nel cantiere. Il lucchetto del cancello rotto e le porte degli uffici spalancate non lasciavano presagire nulla di buono, infatti Sgromo si è subito accorto che all’appello mancavano un camion e un’auto. L’elenco delle cose rubate, alla fine, è risultato ben più lungo: una saldatrice, un martello pneumatico, un montacarichi, dei computer portatili, un hard disk che si interfacciava con il sistema di sorveglianza (completamente manomesso), le monete che erano all’interno dei distributori di bibite. E, soprattutto, 445 pannelli fotovoltaici che sono stati letteralmente asportati dal tetto del capannone e portati via, più altri 200 pannelli che erano ancora chiusi nelle confezioni. I ladri, infine, hanno completamente svuotato una cisterna contenente 700 litri di gasolio.
In sostanza tutta la refurtiva è stata caricata sui mezzi dell’azienda – poi ritrovati dai carabinieri in un uliveto in località Le Grazie – e portata via. Il camion, in particolare, era carico di sacchi contenenti pietrisco che sono stati scaricati con un muletto della stessa azienda e buttati per terra.
Si tratta dell’ennesimo danno alle società di Sgromo, l’ultimo di una serie di furti che, dal 2011 a oggi, sono stati perpetrati in vari cantieri sparsi per la Calabria. E anche questo furto ha il sapore dell’intimidazione, perché Eugenio Sgromo ha denunciato il racket delle estorsioni nel 2008, e da allora, tra lettere minatorie e mezzi incendiati, non ha avuto pace.
s.pel.
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