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La spending review di D'Ascola

CATANZARO «Venti milioni di euro da risparmiare sulla spesa corrente, destinandone uno per i quadri D e C sempre emarginati e 19 per ridurre l’addizionale Irpef sulle famiglie e implementare il fon…

Pubblicato il: 18/11/2014 – 16:49
La spending review di D'Ascola

CATANZARO «Venti milioni di euro da risparmiare sulla spesa corrente, destinandone uno per i quadri D e C sempre emarginati e 19 per ridurre l’addizionale Irpef sulle famiglie e implementare il fondo di sostegno alla povertà». È la spending review regionale proposta dal senatore Nico D’Ascola, candidato a governatore per Alternativa Popolare. «Cinque milioni – afferma D’Ascola – arriveranno dal taglio degli emolumenti a direttori generali e dirigenti con parametri che dovranno essere rigidi. Altri cinque milioni arriveranno dal taglio di enti inutili ancora in piedi, come Calabresi nel mondo, Aterp (realizzazione agenzia unica), Calabria etica (le cui funzioni rimarranno ma senza spendere 200mila euro annui di compenso per il presidente); Sial e dalla cessione delle quote di Comac e Sorical».

«La Sorical sta risanando il bilancio – sostiene D’Ascola – e superata la fase di liquidazione la Regione dovrà scendere dal 51 al 40%. Per gli uffici di staff prevediamo un 20% di taglio ai compensi. Concorsi necessari poiché eventuali leggi regionali di stabilizzazione non impugnate saranno trasmesse dalla Corte dei conti alla Consulta per aperta violazione degli articolo 3 e articolo 97 della Carta. I soldi percepiti illegittimamente da dirigenti e funzionari dovranno tornare nelle casse regionali. Un milione di euro sarà destinato a ulteriore incentivo dei quadri D e C mentre con nove milioni ridurremo di circa 300 euro il carico fiscale regionale per le famiglie».

«Con 10 milioni – sottolinea ancora il candidato alla presidenza della Regione – implementeremo il fondo sostegno alle famiglie a rischio povertà che potranno avere un sostegno di circa 300 euro mensili ciascuna. Questa è capacità di redistribuzione del reddito ed è giustizia sociale nel solco di una revisione meritocratica della gestione del personale e della eliminazione degli sprechi».

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