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Rapporto Bankitalia, la Cgil: «L'attesa del governatore non sia un alibi»

CATANZARO «I dati resi pubblici dalla Banca d’Italia confermano quanto da noi già da tempo sosteniamo: caduta libera dell’occupazione, diminuzione dell’export anche per l’agro-industria – solo l’at…

Pubblicato il: 18/11/2014 – 13:17
Rapporto Bankitalia, la Cgil: «L'attesa del governatore non sia un alibi»

CATANZARO «I dati resi pubblici dalla Banca d’Italia confermano quanto da noi già da tempo sosteniamo: caduta libera dell’occupazione, diminuzione dell’export anche per l’agro-industria – solo l’attuale assessore all’Agricoltura non se n’era accorto, impegnato in una azione di auto-glorificazione –, crollo verticale dell’edilizia, flessione del traffico a Gioia Tauro, diminuzione del traffico turistico, caduta dei consumi, rispetto ai quali gli 80 euro non hanno prodotto alcun effetto». È quanto si afferma in una nota della segreteria regionale della Cgil. «È un quadro allarmante – prosegue la Cgil – per la Calabria e il Sud: la politica del governo non è riuscita a incidere e invertire questa tendenza, come dimostra la rilevazione della Svimez che è riferita al 2013, mentre quella della Banca d’Italia è riferita al primo semestre del 2014. Di fronte a questi dati i rappresentanti del governo, impegnati in questa campagna elettorale, vengono a raccontare di effetti “miracolistici” della politica del governo, in maniera propagandistica e lontana dalla realtà. Anche ieri, a Gioia Tauro, di fronte ad uno “sforzo programmatico” del candidato presidente, utile materiale per il confronto da arricchire e correggere, e alle proposte avanzate dai diversi operatori del porto, il governo ha fatto “scena muta” sulla Zes e su una serie di agevolazioni tariffarie e fiscali da garantire al porto per competere con i porti del Mediterraneo e contrastare molti licenziamenti che si annunciano da parte delle imprese portuali. Ma che aspetta il governo Renzi a decidere? L’attesa del nuovo presidente della Regione diviene un alibi, non più accettabile».

«A conclusione di una campagna elettorale debole e non motivante, propagandistica – riporta ancora la nota della Cgil – stride appunto il contrasto tra “l’attesa escatologica” del “nuovo che si annuncia” e i problemi drammatici che la crisi sta determinando in Calabria. Le ragioni dello sciopero generale del 5 dicembre aumentano, per determinare una svolta nella politica del governo per il Sud e nella politica regionale per avviare una minima ripresa. Nei giorni scorsi abbiamo lanciato una proposta per i primi 100 giorni della nuova consiliatura che sarà alla base dello sciopero generale e delle manifestazioni. C’è poco tempo e ancora non vediamo chiarezza nelle forze che si candidano al governo».

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