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Il commissario Ue: dalla Calabria niente piani 2014-2020

BRUXELLES «Ci sono alcune Regioni a cui stiamo letteralmente pompando soldi da anni e anni, ma dove il livello della qualità di vita dei cittadini non migliora, non si produce crescita. Non vediamo…

Pubblicato il: 21/11/2014 – 12:15
Il commissario Ue: dalla Calabria niente piani 2014-2020

BRUXELLES «Ci sono alcune Regioni a cui stiamo letteralmente pompando soldi da anni e anni, ma dove il livello della qualità di vita dei cittadini non migliora, non si produce crescita. Non vediamo differenze. E purtroppo questo accade in alcune Regioni dell’Italia meridionale». Il commissario europeo alle Politiche regionali, la romena Corina Cretu, alla sua prima uscita sul podio della sala stampa del Berlaymont, annuncia la decisione di mettere in pista una task force Ue che nei prossimi mesi interverrà in quei Paesi dove si registrano difficoltà e ritardi nell’assorbimento dei fondi strutturali o dove non si vedono risultati. «Dobbiamo analizzare cosa accade con i nostri soldi – evidenzia – perché questo è denaro dei contribuenti e noi ne siamo responsabili». Il commissario ricorda che le Regioni Campania e Calabria non hanno ancora consegnato il loro piano operativo per la programmazione 2014-2020, ‘bucando’ la scadenza del 17 novembre. Per questo ritardo Bruxelles ha concesso una proroga, perché l’intenzione è quella di «aiutare e non punire», ma, grazie agli strumenti di controllo previsti dalla nuova riforma delle politiche di coesione, la vigilanza non si limiterà a valutare l’ammissibilità della spesa: guarderà anche alla qualità degli investimenti, alla loro capacità di produrre una ricaduta positiva sul tessuto sociale. E Cretu promette «nessuna tolleranza per frodi e programmi di bassa qualità». I dettagli delle missioni della task force che «dovrà imprimere una spinta» nell’assorbimento del residuo degli aiuti 2007-2013 e dare una mano nell’orientare la spesa per il 2014-2020, sono ancora in via di elaborazione. Per ciascun caso sarà trovata una «soluzione personalizzata» con «assistenza tecnica e scambio di buone pratiche». Ma dalla Commissione non vogliono indicare le Regioni italiane che effettivamente saranno destinatarie dell’aiuto. Colloqui sono in corso anche con altri Stati membri (tra questi Romania, Bulgaria ed altri Paesi dell’est Europa). «Sono pronta ad andare in Italia, l’ho detto al sottosegretario di mettere insieme le amministrazioni locali» spiega Cretu, riferendosi all’incontro avuto con Graziano Delrio che mercoledì ha presieduto il Consiglio affari generali dedicato alla coesione. E sottolinea: «Abbiamo undici obiettivi tematici, ma quando parliamo di specializzazione smart tutti capiscono che tutte le Regioni devono diventare la Silicon Valley. Questo chiaramente non e’ possibile». Anche nei territori più poveri, osserva, ci sono università, attività, società civile, autorità locali e «tutti dovrebbero stare allo stesso tavolo a disegnare progetti e strategie» per il loro territorio. «Non credo che in Italia, così ricca e che tutti amiamo, non si trovi un elemento da trasformare nel proprio marchio, nell’emblema della propria Regione» afferma Cretu, che ricorda di venire «da un Paese dove sette aree su otto sono le meno sviluppate» e promette: «La mia missione è mitigare le differenze» in Europa. Dal 2012 tre mini-task force italiane (che agiscono in accordo con la Commissione) sono al lavoro con Sicilia, Calabria e Campania per aiutare nell’assorbimento dei fondi.

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