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Scarpelli, niente revoca. Ma i giorni all'Asp di Cosenza sono contati

CATANZARO Per la decadenza di Gianfranco Scarpelli bisognerà aspettare il post elezioni. Il manager che tiene il timone dell’Asp di Cosenza rimarrà dunque al suo posto (ma non per molto), malgrado …

Pubblicato il: 21/11/2014 – 21:20
Scarpelli, niente revoca. Ma i giorni all'Asp di Cosenza sono contati

CATANZARO Per la decadenza di Gianfranco Scarpelli bisognerà aspettare il post elezioni. Il manager che tiene il timone dell’Asp di Cosenza rimarrà dunque al suo posto (ma non per molto), malgrado il 20 ottobre scorso il commissario alla Sanità, Luciano Pezzi, abbia avviato il procedimento di revoca dell’incarico. Ma del decreto, che Pezzi avrebbe dovuto firmare dopo un mese dall’avvio della “pratica”, cioè il 19 novembre, non c’è traccia. Il commissario non l’ha ancora emesso. Scelta singolare per il generale della guardia di finanza che, da quando ha assunto la guida della sanità calabrese, è stato intransigente nel voler azzerare tutti gli atti illegittimi della giunta regionale. L’esecutivo, in piena campagna elettorale, aveva nominato i “reggenti” di 7 tra Asp e Ao, nonostante i pareri negativi dei ministeri Salute ed Economia e dell’Avvocatura dello Stato.

Pezzi ha attuato un repulisti che, per il momento, lascia indenne Scarpelli. Perché? Le ipotesi si rincorrono tra gli uffici del dipartimento Salute e negli ambienti della politica che conta. C’è chi sostiene che il commissario, che in questi anni ai vertici della struttura che vigila sul Piano di rientro si è sempre contraddistinto per il suo rigore, non abbia voluto emettere un provvedimento dalla forte portata politica a pochi giorni dalle elezioni. Una scelta dettata dalla necessità di non influire in alcun modo nella campagna elettorale che si concluderà domenica. Ma è chiaro che anche questa “inerzia consapevole” non potrà non avere ripercussioni sul voto per le regionali. Scarpelli, com’è noto, è il manager “di fiducia” dei fratelli più potenti della politica cosentina e regionale, i Gentile. Forti le perplessità dei malpensanti, per i quali la permanenza del “dg” nella cabina di regia dell’Asp potrebbe comunque portare nuovo fieno in cascina per i due maggiorenti di Ncd (Pino, il fratello maggiore e attuale assessore regionale ai Lavori pubblici, è candidato nella lista alfaniana di Cosenza).
Pur vero che Pezzi non pare aver mai preso in considerazione le varie “implicazioni politiche” nel corso della sua esperienza amministrativa in Calabria. Eppure stavolta qualcosa sembra non essere andata per il verso giusto. I maligni sono pronti a giurare che dietro l’astensione del commissario ci siano “pressioni” molto forti, provenienti direttamente da Roma e dal ministero della Salute guidato da Beatrice Lorenzin, che è, tra l’altro, uno dei pezzi da novanta dell’Ncd nazionale. Che al ministro le cose calabresi interessino molto lo dimostra il suo intervento diretto in questa campagna elettorale, durante la quale ha soggiornato per 4 giorni di fila in regione e ha promesso importanti rivoluzioni in campo sanitario, tra cui l’imminente sblocco del turnover e l’aumento dei posti letto nei più importanti ospedali (anche se finora i relativi decreti non sono stati sottoscritti né previsti), senza tenere in alcuna considerazione le prerogative della prossima giunta regionale che si insedierà da qui a qualche settimana.

 

IL CASO
Ma quando nasce il “caso Scarpelli”? La storia del dg “gentiliano” è piuttosto complicata. Dopo le elezioni europee dello scorso 25 maggio, che avevano lasciato fuori dal Parlamento di Bruxelles l’ex governatore Scopelliti, la giunta regionale presieduta da Antonella Stasi lo aveva rimosso dall’incarico (curiosità: voto contrario di Pino Gentile). Un blitz ordito dallo stesso Scopelliti, che quel giorno sarebbe entrato a Palazzo Alemanni nonostante fosse già stato sospeso per effetto della legge Severino (in seguito alla condanna nel processo Fallara) e avesse già rassegnato le dimissioni da presidente della giunta regionale. Ufficialmente la revoca di Scarpelli era dovuta ai suoi “guai” giudiziari. Il numero uno dell’Asp bruzia, infatti, era stato rinviato a giudizio per il caso degli incarichi d’oro che sarebbero stati conferiti, in una sorta di regime di monopolio, all’avvocato Nicola Gaetano. Ma in quella vicenda l’esecutivo regionale aveva usato il pugno di ferro con Scarpelli e il guanto di velluto con un altro manager, il dg dell’Ao di Cosenza Paolo Gangemi, lasciato al suo posto nonostante fosse coinvolto anche lui in una faccenda giudiziaria relativa alle “parcelle d’oro” per un altro legale di fiducia.
Scarpelli aveva comunque mantenuto l’incarico perché la nomina del suo sostituto, Alessandro Moretti, non era mai stata ratificata dal commissario ad acta alla Sanità, che in quel momento – a causa delle vicissitudini di Scopelliti – non era ancora stato nominato dal Consiglio dei ministri.
Poi il colpo di mano della giunta, che il 17 settembre prende atto delle dimissioni di Moretti, con Scarpelli che torna al vertice dell’azienda cosentina, forte del vecchio contratto in scadenza il 28 novembre 2014 (era stato nominato con il decreto 122 esattamente tre anni prima).
E proprio qui sta il nodo della questione: anche in assenza del decreto di revoca, i giorni di Scarpelli alla guida dell’Asp sono contati. Pure nel caso in cui Pezzi dovesse decidere di non decidere, sarebbe difficile ipotizzare una riconferma del manager da parte della nuova giunta regionale, dal momento che sul capo di Scarpelli pende un rinvio a giudizio per un reato commesso contro l’Asp e un procedimento di revoca inaspettatamente chiuso in un cassetto. Le eventuali promesse elettorali avrebbero in ogni caso le gambe corte.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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