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Scopelliti insiste: «Ci fossi stato io…»

LAMEZIA TERME Scopelliti ci prende gusto e, dopo mesi di silenzio (pubblico), torna sulla scena politica calabrese. Non come protagonista stavolta, bensì come insolito analista. Oggi l’occasione gl…

Pubblicato il: 21/11/2014 – 11:40
Scopelliti insiste: «Ci fossi stato io…»

LAMEZIA TERME Scopelliti ci prende gusto e, dopo mesi di silenzio (pubblico), torna sulla scena politica calabrese. Non come protagonista stavolta, bensì come insolito analista. Oggi l’occasione gli viene offerta dal Corriere della Sera, che ha intervistato l’ex governatore per chiedere la sua sulle prossime regionali. E, ancora una volta, le parole di Scopelliti rischiano di non rendere un gran servigio né al centrodestra né alla sua candidata presidente, Wanda Ferro. L’ex governatore – sollecitato dalle domande di Andrea Garibaldi – ripete quanto affermato nei giorni scorsi. E cioè che lui, fosse stato in campo anche in questa tornata elettorale, avrebbe sicuramente sconfitto Oliverio. «Questo è ciò che pensano tutti! – dice Scopelliti – Se solo avessi potuto continuare a governare… Ho cancellato il disavanzo della sanità calabrese, ho fatto nascere la Cittadella della Regione a Catanzaro, dove gli uffici erano in 15 appartamenti». Come prenderà Wanda Ferro questa nuova sortita di un “alleato” che, comunque, ufficialmente la ritiene la migliore candidata possibile in questo momento? «Non credo – continua Scopelliti rispondendo a una domanda sul tipo di elezioni che si celebreranno il 23 novembre – che la Calabria farà un grande passo in avanti. Oliverio è favorito, ma qui non basta essere bravo o non aver mai preso avvisi di garanzia. Si deve conoscere il territorio e fronteggiare i grandi poteri. Forse la Ferro è l’unica che potrebbe riuscire».
Ma Scopelliti tiene anche a specificare che i “suoi” uomini non sono stati inseriti nelle liste del centrosinistra, non sono saliti sul carro del vincitore. «I candidati a me vicini stanno nelle liste della Ferro», puntualizza l’ex presidente della Regione, che però non risparmia stoccate ad altri personaggi noti del centrodestra calabrese: «I passaggi da un campo all’altro riguardano Elio Belcastro (già sottosegretario con Berlusconi), Salvatore Magarò e Mario Tassone, ex Udc, ora promotore di una lista del centrosinistra».
Renzi arriverà a Cosenza per sostenere Oliverio? Scopelliti non perde occasione per commentare: «Queste toccate e fughe, sempre sotto elezioni, alimentano l’odio per la politica».
E lui – chiede l’intervistatore – tornerà o no in Forza Italia? «No, assolutamente – risponde l’ex governatore –. Ho fondato “Reggio futura” che alle comunali è stato il primo partito del centrodestra (9,86%). Forza Italia si è fermata all’8,41». Se il passaggio tra le fila dei berluscones viene negato, la rottura con l’Ncd sembra invece ormai acclarata. Soprattutto quanto viene affrontata la presunta rottura dei rapporti con l’Ncd di Alfano. «Sono un uomo di destra – spiega Scopelliti –, non mi sono piaciuti gli accordi con il centrosinistra». E nemmeno, a quanto pare, i “tradimenti”. Come alle ultime europee, quando Scopelliti ha mancato l’elezione a causa dello scarso sostegno di pezzi importanti del Nuovo centrodestra, calabrese e no: «Non ho gradito l’atteggiamento del coordinatore nazionale Quagliariello: poco super partes».

 

QUAGLIARIELLO: SI CONTRADDICE
A stretto giro arriva la replica di Quagliariello: «Interessante l’intervista di Giuseppe Scopelliti sul Corriere della Sera di oggi. Una miscela esplosiva di contraddizioni: sostiene Wanda Ferro, che a sua volta fa finta di non conoscerlo, ma non crede nella sua candidatura, e di vorrei ma non posso; tornerebbe in Forza Italia ma Berlusconi l’ha scaricato, ovviamente dopo aver accettato in Calabria una lista zeppa di suoi candidati». Il coordinatore nazionale di Ncd ribatte punto su punto a Scopelliti: «Apprendo poi che Scopelliti in sostanza mi addebita il suo deludente risultato alle Europee perché sostiene che non sarei stato super partes. L’accusa è infondata, ma quand’anche fosse vera è singolare che un esponente politico che ha una tale considerazione di sé da ritenere che una sua candidatura alle regionali avrebbe stracciato gli avversari, affermi che è sufficiente la mia presunta avversità per fargli fare flop alle Europee…».

 

p. bel.

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