LAMEZIA TERME Anche Napolitano snobba gli emocontagiati calabresi. Uno di loro ha scritto al presidente della Repubblica per chiedere un intervento a favore di circa 1.060 persone, in attesa da quasi un anno degli indennizzi che dovrebbero essere garantiti per legge. Si tratta dei malati ematici “incidentali”, contagiati da virus come epatite e Hiv in seguito a trasfusioni o danneggiati in seguito a vaccinazioni e trattamenti dialitici. La legge nazionale 210 assegna a tutti gli emodanneggiati un “risarcimento” bimestrale che, in molti casi, rappresenta l’unica fonte di reddito per malati che spesso non sono in condizione di lavorare. I pagamenti della Regione Calabria si sono fermati alle prime due mensilità del 2014, con un bonifico effettuato però solo nel giugno scorso.
Il fondo vincolato, il cui ammontare è stabilito annualmente dalla Conferenza Stato-Regioni, avrebbe dovuto avere risorse pari a 10 milioni di euro, ma la giunta calabrese ne ha destinati solo tre, poi integrati con un altro milione e 768mila euro grazie a una variazione di bilancio approvata sul filo di lana durante l’ultimo consiglio regionale del 7 ottobre. Uno stanziamento che ha consentito il pagamento per tutte le categorie (sono otto, a seconda della gravità della patologia) in cui rientrano gli emocontagiati, ma solo per il primo bimestre.
I soldi per coprire le altre mensilità non ci sono. Sarà compito della prossima giunta trovare le risorse necessarie per assicurare gli indennizzi arretrati e adeguarli al tasso di inflazione, dato che la Regione Calabria non ha mai rivalutato – come prevede la legge – il risarcimento dovuto ai malati. Che, per inciso, ricevono mensilmente dai 550 (per le situazioni meno gravi) ai 637 euro (destinati ai casi terminali).
Molti pazienti vivono situazioni drammatiche, anche a causa dell’inerzia della Regione che non ha saputo trovare una situazione per garantire con regolarità i pagamenti. Uno degli emocontagiati calabresi ha così deciso di rivolgersi direttamente al capo dello Stato per sollecitare un suo interessamento diretto. Ma la risposta arrivata da Napolitano non è stata quella sperata. La segreteria generale della presidenza della Repubblica, in una lettera firmata dal direttore Gino Onorato, specifica che «questo ufficio ha sottoposto quanto da lei (si rivolge al paziente che si è appellato a Napolitano, ndr) rappresentato all’attenzione della Regione Calabria per l’esame di competenza». Come se, a Catanzaro, non conoscessero già un problema che hanno deciso di ignorare.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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